La leggenda di Cosimo I De’ Medici, ossia Giovanni dalle bande nere, l’uomo senza paura.

Giovanni dalle bande nere era un predestinato, tutti nascono con delle abilità, delle capacità in pochi riescono però a metterle a frutto, le sue erano qualità davvero particolari, Giovanni sapeva fare bene la guerra. Facente parte di un ramo cadetto della dinastia de’ Medici è riuscito comunque a ritagliarsi spazio nella storia. Sin da ragazzo aveva mostrato predisposizione per la guerra, non era un idealista amava tutto ciò che riguardava la battaglia, infatti come capitano di ventura cambiò spesso bandiera.

Servì prima Papa Leone X (fino al 1522) alla sua morte passo sotto la bandiera francese (1522-23) poi sotto la bandiera Imperiale (1523-24) per poi tornare sotto la bandiera francese nel 1525 trovando la morte nella battaglia della Lega di Cognac il 30 novembre 1526, proteggendo la ritirata dell’esercito francese sconfitto alla Bicocca e in rotta sconclusionata. Era solito guidare i suoi uomini stando nelle prime fila a differenza degli altri ufficiali, perché era solito affermare: “ se sono dietro come fanno i miei uomini a seguirmi?”.

Questa fu la causa della sua morte, l’eccessivo coraggio che lo portò a morire di setticemia in seguito ad un colpo sparato da un falchetto che gli causò una ferita alla gamba. Questo le parole del professor Fornaciari a comando della divisione di Paleopatologia dell’ Univesità di Pisa che ha recentemente analizzato i resti del condottiero e di sua moglie Maria Salviati. “I nostri studi confermano che Giovanni dalle Bande Nere morì per setticemia in seguito alla ferita dovuta a una palla da falchetto, sotto il ginocchio, ma non fu colpa del chirurgo che amputò metà arto” il cerusico da campo fece del tutto per salvarlo.”

“Il medico, maestro Abram, che lo operò 4 giorni dopo la battaglia, eseguì un ottimo intervento, ma non poté far nulla per salvarlo: cercò di regolarizzare i monconi e pulire la ferita, ma l’infezione da cancrena era troppo avanzata”. I rilievi sul corpo di Maria Salviati invece confermano i sospetti sulla vita libertina del capitano di ventura: “Le lesioni craniche dimostrano una sifilide ossea terziaria avanzata, che probabilmente fu la causa della morte. All’epoca era una malattia molto diffusa, che probabilmente le fu trasmessa dal marito”. Era soprattutto un uomo imponente per l’epoca.

“Lo studio dello scheletro rivela un Giovanni de’ Medici vigoroso, con un’età antropologica di 25-30 anni, una statura di 1,74 m, cranio medio, naso stretto ed elevata capacità cranica (1494 cc)”, scrive Fornaciari nella sua relazione. “Le inserzioni muscolari (deltoide, gran pettorale, gran dorsale, bicipite, muscoli dell’avambraccio, muscoli della coscia) caratterizzano un individuo molto robusto e la presenza di numerose ernie vertebrali rivela che, fin dall’adolescenza, Giovanni era solito sovraccaricare il torace con pesi cospicui, verosimilmente le pesanti armature dell’epoca”.

Cosimo I incarnava l’essenza dei veri Cavalieri. Per farsi un’idea della sua vita del condottiero oltre che i libri di storia consigliamo la visione di un film di buon livello, abbastanza datato, infatti risale al 1956 (la filmografia non è stata generosa verso questo grande personaggio) diretto da Sergio Grieco, protagonisti Vittorio Gassman e Costance Smith. Il titolo del film ovviamente non poteva che essere: “Giovanni dalle Bande Nere”.

Un film che risalta i colori e la fotografia, la trama è ben scritta ma non approfondisce appieno lo spessore del personaggio, nonostante la presenza di un attore come Gassman. L’incentrarsi per lo più sulla storia d’amore tra Giovanni e la moglie ha reso il film abbastanza confuso in un miscuglio tra storicità e licenze artistiche. Un film che all’epoca fu stroncato come un polpettone per questo motivo, ma a distanza di anni dopo averne preso visione consigliamo di vederlo e di goderlo per quello che è, ovvero un film discreto incentrato su un personaggio da leggenda.

Domenico Corsetti