#MotoGPReport Catalunya: Lorenzo ci prende gusto. Disastro Dovi

D’un tratto, stiamo ammirando il miglior Lorenzo da tre anni a questa parte. Seconda vittoria consecutiva in Ducati, maledizione desmodromica spezzata proprio quando l’addio alla casa di Borgo Panigale è stato annunciato col suo approdo nel 2019 in casa HRC. Nonostante evidenti problemi di setting e miracoli di equilibrismo che solo lui sa fare, il Campione del Mondo in carica Marquez massimizza il proprio potenziale in gara, allungando la classifica generale. Ecatombe Dovizioso, già praticamente fuori dalla corsa iridata, ottimo terzo posto di Rossi che inizia a vedere la luce sulla sua M-1.

 

LORENZO: 10. Pole e vittoria da dominatore. Siamo al secondo trionfo consecutivo, quasi un regalo d’addio alla Ducati con la quale la scintilla pare essere scoccata oltre il tempo limite. Monta il rimpianto nel management della rossa ma sarebbe troppo facile analizzare la situazione col senno di poi. Il suo ritmo è stato semplicemente inarrivabile per chiunque. È bastato un serbatoio? Difficile limitarsi a questo, il cambiamento risiede nella testa.

 

ROSSI: 8,5. La casa del doppio diapason salva l’onore ancora grazie al 39enne immarcescibile fenomeno col numero 46. I compagni di motocicletta sono di fatto inesistenti, segno che più di quello che sta facendo il Dottore, con questi mezzi tecnici, è impossibile fare. Peccato non abbia una moto vincente, ci sarebbe da divertirsi!

 

MARQUEZ: 8. Nonostante il proclami, conduce la gara in gestione del risultato, senza pazzie. Del resto non aveva il ritmo del connazionale e non avrebbe potuto tenere la testa. Lucido e razionale quando non ne ha, impressionante ed irresistibile quando invece può vincere. Il Mondiale è stato già opzionato, salvo imprese miracolose di altri.

 

CRUTCHLOW: 7. Parte dalla quarta fila e con metodo e pazienza costruisce un’ottima gara che lo conduce ai piedi del podio dopo quattro prestazioni molto opache. In casa Honda è il primo degli umani, una magra ma comunque effettiva soddisfazione.

 

IANNONE: 5,5. Parte a razzo e sorprende tutti, poi entra nel mood “Bertoldo” che lo accompagna dall’approdo in Suzuki e chiude 10° dietro un Bautista in sella ad un mezzo obsoleto. Difficile trovare qualcosa di positivo in questo connubio con la casa giapponese che, infatti, finirà al termine della stagione.

 

PETRUCCI: 5. Certamente non santifica la festa dell’approdo nel team factory per il 2019. Abbastanza anonimo e privo di acuti il suo weekend.

 

DOVIZIOSO: 4. Che succede a Dovi? Terza volta nella polvere nelle ultime quattro. La pressione figlia delle aspettative e del contratto appena rinnovato sta giocando sicuramente un ruolo in questa fase estremamente negativa della sua stagione e vedere il “separato in casa” Lorenzo andare così forte di certo non lo aiuta. Il Mondiale adesso è un miraggio. Calcoli alla mano, specie considerando il Marquez fresco di diploma in ragioneria di quest’anno, occorrerà praticamente dominare la restante parte della stagione per agguantare l’iride. Mission (quasi)impossible.