Trend&Moda incontra Walter Garibaldi,autore,regista,attore, con un cognome importante

Ho avuto il piacere di conoscere Walter Garibaldi un paio di anni fa, in occasione di un spettacolo di beneficenza per Amatrice, si raccoglievano fondi per la ricostruzione. Un uomo gentile, cordiale,professionale e molto preparato. Più tardi ho scoperto anche doti di grande generosità, ma soprattutto un personaggio vero, che ha sempre lavorato nel mondo dello spettacolo.Si è formato presso la Scuola di Teatro “La Scaletta” di Roma,debuttò nel 1988 con lo spettacolo “C’è in gioco la vita”,raccogliendo consensi sia per l’interpretazione che per la regia.Dopo altri spettacoli teatrali approdò alla televisione nel 1999 con “Music trash” condotto da Maria Giovanna Elmi,poi ha curato la regia di “Passioni d’amore” e vince il Premio Diego Fabbri per la televisione.Ha curato la regia di “Carrozzelle felici”,è stato autore, direttore artistico e ideatore di “Una poltrona per due”, uno show di grande successo.Poi ha partecipato all’Isola dei Famosi condotta da Simona Ventura, ha una lunga gavetta Walter Garibaldi alle spalle, ha firmato regie importanti, ma è rimasto sempre uguale a se stesso, un uomo che fa il suo percorso, insegue i suoi sogni e i suoi progetti. Ci siamo incontrati ed è nata questa intervista per Trend&Moda.

 Walter tu sei attore, autore,regista, scrittore, agente di spettacolo, il ruolo che ami di più ?

Detta così manca venditore di lupini e le abbiamo tutte. A parte le battute, tendo sempre a specificare che avendo iniziato a studiare teatro a 14 anni, per poi debuttare a soli 17, avendone ora 50 (mancano pochi mesi) ho acquisito tutte le professionalità che mi servono per affrontare l’ambiente dello spettacolo a 360 gradi. Mi piace di più scrivere e dirigere, senz’ombra di dubbio, anche perché mi permette di avere il totale controllo della situazione. In ogni caso avere delle idee ben si amalgama anche con il lavoro di agente perché molte di queste nascono proprio per supportare al meglio gli artisti che seguo.

Tu hai lavorato molto in teatro ma anche in televisione,sono complementari per acquisire esperienza ?

A mio avviso un buon autore tv deve avere solide basi teatrali che servono per capire i tempi, le scansioni degli spazi e la direzione di chi è chiamato a ricoprire determinati ruoli, oltre a donarti una particolare sensibilità per riconoscere in poco tempo chi si ha davanti. Sono passaggi fondamentali che possono tornare utili in più occasioni.

Hai lavorato con molti personaggi famosi, chi ti ha dato di più come insegnamento ?

Debbo necessariamente fare tre nomi: il Maestro Pasquale Squitieri con cui ho esordito diciottenne nel film “Il colore dell’odio”, prodigo di consigli ha ricoperto il ruolo di “sibilla cumana”, perché ciò che mi prospettò, avvenne. Il Maestro Antonio Pierfederici, allievo prediletto di Luchino Visconti, anche amico di famiglia, mio nonno infatti fu il suo storico di riferimento per “Il Gattopardo”. Tornando a Pierfederici, detto Tonino, è stato l’incontro fondamentale della mia vita, mi ha insegnato tanto, oserei dire tutto ed ogni volta che mi appresto a fare qualcosa ho sempre lui nel cuore. Data la  grandezza, penso di non averne restituito mai un unghia, però i dettami appresi li ho di sicuro messi in gioco. Tonino è il Maestro più generoso che abbia mai incontrato e la generosità costa fatica. E Michele Mirabella che mi ha insegnato nella scrittura a dosare l’ironia con l’intelligenza, la cultura con il popolare. Michele è un uomo spaventosamente erudito ma non si è mai posto nelle sue lezioni con fare accademico.

Hai firmato spettacoli importanti, in questo momento a cosa stai lavorando ?

Adesso è in tournee con la mia regia, una produzione del Teatro Marconi di Felice Della Corte, “Filippo” un monologo sul femminicidio scritto da Betta Cianchini ed interpretato superbamente da Federica Quaglieri. Tantissime le date che verranno, la più vicina è il 29 Novembre al Teatro Sperimentale di Ancona.

Tu gestisci la P&G Management Agenzia di spettacolo, vi occupate di molte cose e avete davvero artisti importanti che si affidano a voi vero ?

La gestione ormai più che trentennale degli artisti, con il mio socio Danilo Piccini è a 360 gradi, dai contratti all’ufficio stampa, alla realizzazione di programmi, spettacoli, libri e quant’altro, studiati appositamente per loro e con loro. Di certo le giornate diventano più corte e fortunatamente il lavoro c’è, essendo impegnati su più fronti. E’ online il nuovo sito: www.pegmanagement.eu occupandoci anche di emergenti, andando a vederli nei teatri, presenziando alle prime di pellicole a basso budget se qualcuno desiderasse contattarci potrà farlo scrivendoci.

Garibaldi è un cognome importante, quante persone ti chiedono se tu sia parente al nostro amatissimo Giuseppe ?

La curiosità è normale, io stesso quando ho conosciuto la Signora Bixio, il Signor Marconi, i coniugi Mazzini ho chiesto loro se erano parenti. Il Generale ed Anita li ho vissuti attraverso la memoria di mia mamma, l’Avvocato Teresita Garibaldi pronipote diretta dell’Eroe dei due Mondi, lei era una fervente garibaldina e con questa trasparenza si rapportava al prossimo. Non ha mai accettato il parossismo della politica e di conseguenza anche io ho sempre rifiutato di raccogliere proposte in questa direzione. Ora però c’è un revisionismo storico abbastanza urticante che detesto e che è frutto di voli pindarici e visioni distorte.

Tu rivesti molti ruoli diversi, hai lavorato e lavori tanto, hai fatto molta gavetta, cosa pensi dei talent ?

Bisogna essere centrati per affrontarli, altrimenti il ricorso alla psichiatria è dietro l’angolo. Tutto avviene così veloce che è anche risibile: azzecchi una nota, il pubblico in visibilio, la giuria si commuove, torni a casa con il frastuono degli applausi e la settimana dopo sei fuori dai giochi. C’è da impazzirne. Invece bisogna spiegare che è lecito sbagliare, che un errore non è la fine del mondo e che l’approvazione immediata nasconde più insidie che gioie.

Lo spettacolo teatrale nel quale vorresti avere un ruolo…

Ho una formazione classica e non faccio più l’attore da tempo ma le parti che mi hanno ritagliato sono state quelle dell’extracomunitario.  Dal cinema alle fiction Rai, nessuno è andato oltre. In teatro invece, almeno fino ai miei 25 anni il colore della pelle contava poco, anche se dopo, pure in palcoscenico molti personaggi mi vennero preclusi. Un ruolo però c’è ed è quello più esemplare: “La Tragedia di Otello, il Moro di Venezia” di William Shakespeare. Il Maestro Antonio Pierfederici diceva che toccati i cinquanta la mia vita sarebbe cambiata e che alcune soddisfazioni avrei potute levarmele, interpretare l’ Otello è una di queste.

Domanda che non posso non farti, qualche anno fa hai partecipato a L’isola dei famosi, cosa ti è rimasto di quell’esperienza ?

L’Isola ha segnato la mia rinascita, grazie a quell’esperienza ho potuto elaborare un lutto che dentro mi pesava come un macigno. Mia mamma era deceduta nel 2002 e ho partecipato al reality nel 2011. Sono riuscito a spurgare il dolore che avevo in ogni centimetro del mio corpo. E’ stata davvero una mutazione in positivo che mai mi sarei aspettato. Non avevo altri fini, il resto era di totale mio disinteresse. Al ritorno mi hanno benvoluto e rispettato e non smetterò mai di ringraziare Simona Ventura per come mi ha accolto, confermandomi per esempio a “Quelli che il calcio” in tutte le puntate. Così come debbo ringraziare il produttore Carlo Previati e la capoprogetto Tiziana Martinengo che mi hanno chiamato e voluto. Sarò loro debitore in eterno.

C’è un progetto che hai nel cassetto e vorresti tanto realizzare ?

Nei cassetti nulla, è tutto in giro e qualcosa accadrà perché qualcosa accade sempre.

Grazie a Walter Garibaldi per l’intervista e per la cordialità.

Roberta Maiolini