All’Inter il Derby di Milano. Continua la marcia di Napoli, Juve e Lazio.

La settima giornata di campionato è segnata dalla stracittadina milanese, un derby atteso e carico di mille significati. Il Milan vuole vincere per bissare la vittoria in terra russa (in Champions) e dare continuità alla rincorsa ai piani alti della classifica; L’Inter per imporsi dietro la coppia Juve-Napoli e agganciare la Lazio. Partenza con il botto, dopo 4 minuti, c’è subito il gol. Punizione dalla trequarti neroazzurra battuta da Cambiasso, uscita a vuoto di Abbiati, De Sciglio si perde Samuel, che ringrazia portiere e difensore per il gentile regalo e insacca. Il Milan sbanda e poco dopo va vicino al ko, rinvio sballato di Abbiati, che finisce sui piedi di Milito che a tu per tu con il portiere del Milan cincischia e prima spara sul numero 1 poi conclude debolmente di testa. Al 14imo il Milan prova a reagire, grande botta dalla distanza di Montolivo che esce di un soffio. Al 36imo grande recupero di Emanuelson che serve Boateng, destro rabbioso ma di un metro fuori.  Al 39imo grandi proteste per uno fallo (presunto?) di Emanuelson su Handanovic, l’arbitro fischia interrompendo il gioco, Montolivo recupera palla e segna ma Valeri non convalida la rete. Finale di primo tempo all’insegna delle proteste per un fallo invertito di Juan Jesus, già ammonito, su Emanuelson. Ancora una volta l’arbitro non vede e non fischia il fallo da ammonizione che avrebbe potuto lasciare in nerazzurri in dieci uomini. Al 4′ della ripresa, il derby si infiamma di nuovo, espulso Nagatomo per un fallo di mano, seconda ammonizione e partita finita per il giapponese.

Comincia l’assedio rossonero, al 19imo ancora Montolivo, ci prova dai trenta metri, ma Handanovic respinge in qualche modo. Al 66imo Bojan si perde sul più bello e scivola sulla conclusione di fronte al numero uno neroazzurro, dopo l’ennesima conclusione verso la porta di Montolivo. Al 68′ squillo dell’Inter con Pereira che ci prova dalla distanza, ma il suo tiro è alto sopra la traversa. Al 75′ Pazzini  (subentrato a posto di uno spento El Sharaawy) ci prova su un ottimo cross di Robinho, ma l’ex interista non trova la palla che sfila sul fondo. Al 79′ grande intervento di Handanovic che salva la propria porta due volte, sempre con Pazzini. E’ un forcing quello rossonero ma la squadra di Allegri non riesce a trovare la porta. Nel finale altro giallo in aria interista e ancora proteste del Milan, stavolta viene negato un calcio di rigore per un fallo di Zanetti su Robinho. L’arbitro vicino all’azione non concede il penalty. L’Inter regge sino all’ultimo minuto difendendo con le unghie il vantaggio. Inter 1 Milan 0. Nonostante le polemiche con Valeri il derby va ai nerazzurri che si candidano da protagonista nella lotta scudetto. Nel pomeriggio la Juve vince sul campo del Siena, seppur con enormi difficoltà. Juventus in vantaggio con la solita punizione di Pirlo che batte Pegolo facendo passare la palla sotto la barriera. Al 23imo il Siena reagisce ma Calaiò manda a lato a tu per tu con Buffon. Una Juve sorniona sfiora il raddoppio ancora con Pirlo al 39imo, ancora su punizione ma la traversa dice di no. A 45imo accade quello che non ci aspetta, Juve in attacco, contropiede senese, Angelo arriva sul fondo, De Ceglie non lo tiene e  Calaiò di testa trafigge un incolpevole Buffon. Si va negli spogliatoi sul risultato di pareggio. Nella ripresa dopo pochi minuti, Chiellini quasi combina la frittata, girando di testa verso la propria porta una palla nell’area di rigore, ma Buffon è attento e manda in corner.  Comincia un assedio Juventino che porta molti giocatori nella metà campo avversaria ma clamorosamente è ancora il Siena al 78imo, a sfiorare il gol con Rosina che liscia clamorosamente di testa, un cross proveniente da sinistra. Errore che i padroni di casa pagano caro, e così all’85imo arriva il colpo risolutore: cross in area, Chiellini svetta di testa, arriva dalle retrovie Marchisio che con un tiro al volo batte il portiere avversario. Siena 1 Juventus 2. Importante vittoria esterna per la Juventus, in un campo dove ancora quest’anno nessun ospite aveva portato via i 3 punti. Vince anche il Napoli, impiegato nel delicato incontro casalingo contro l’Udinese, reduce dalla storica impresa di Liverpool. Dopo 30 minuti di buon calcio da parte di entrambe le squadre, l’equilibrio si rompe, Cavani con un gran colpo di tacco libera Maggio, l’11 azzurro serve Hamsik che si inserisce bene e segna. Il Napoli spreca un comodo raddoppio con Pandev e l’Udinese pareggia. Maicousel serve Pinzi che batte De Sanctis con un secco diagonale. Pareggio che dura poco, dopo due minuti, grande giocata nell’area di rigore di Pandev, e rasoterra che passa sotto le gambe di Danilo e batte Brkic. Nel secondo tempo Cavani,Hamsik e Insigne provano senza riuscirne a portare a tre le marcature azzurre, per i bianconeri solo qualche sporadica azione, che non provocano affanni alla truppa di Mazzarri. Un Napoli solido e lineare ha ragione di un’Udinese generosa. Napoli 2 Udinese 1. La Lazio si conferma terza forza del campionato. A Pescara gara sentita per il pubblico di casa, che sperano dopo 20 anni dall’ultimo match di battere i rivali capitolini. La gara tecnicamente dura 35 minuti, quelli che servono alla Lazio per aprire,chiudere e archiviare la pratica abruzzese. Al quinto minuto, subito Lazio, Hernanes da 25 metribeffa, su punizione, Perin partito in colpevole ritardo. Al 25imo Klose scatta sul filo del fuorigioco, mette a sedere il portiere e deposita in rete. Il Pescara non fa in tempo a capire cosa stia succedendo, che un mortifero Klose cala il tris: corner sul secondo palo, Terlizzi si perde il centravanti tedesco, che di testa porta a tre le marcature laziali. Nel secondo tempo Jonathas, Quintero e Abbruscato cercano il gol della bandiera ma sulla loro strada trovano sempre un attento Marchetti. La Lazio ottiene una vittoria importante. Bella prova di Candreva,Hernanes e Klose. Anche la Roma ritrova la vittoria nel giorno in cui celebra il suo passato. Prima della gara, emozionante celebrazione della Hall of Fame giallorossa, molte le stelle del passato all’Olimpico, dal Divino Falcao a Kawasaghi Rocca da Pluto Aldair al bomber Pruzzo, finendo alla vedova Di Bartolomei, visibilmente emozionata dall’affetto che ancora oggi i tifosi giallorossi serbano verso suo marito. Il clima disteso si spenge con la fine della celebrazioni, la squadra entra in campo accolta da sonori fischi, figli dei risultati altalenati e dell’umiliazione di Torino. Panchina (punitiva?) per De Rossi,Osvaldo e Burdisso; dentro Marquinhos,Bradley e Destro. Inizio di partita e i giallorossi in campo sembrano risentire del silenzio assordante della Curva (in protesta nei primi 10 minuti) e nei primi 20 minuti è quasi un monologo bergamasco, che sfiorano con Denis e Moralez il vantaggio. Quando i mugugni dell’Olimpico si facevano più concreti la Roma passa ‘’a sorpresa’’ in vantaggio. Palla a Totti che con un tocco futurista, mette Lamela nelle condizioni di battere Consigli. La Roma sembra più convinta e poco dopo sfiora il raddoppio, ma Destro, ben servito da Lamela, coglie in pieno la traversa. Nel secondo tempo Roma più solida, che trova il gol della tranquillità con lo statunitense Bradley bravo a ribattere in rete da due passi una respinta di Consigli. Roma 2 Atalanta 0. I giallorossi trovano i primi tre punti casalinghi della stagione e soprattutto mantengono per la prima volta la porta inviolata. Male invece l’Atalanta, nonostante il bel primo tempo. Gli orobici sono alla terza sconfitta consecutiva, con un passivo di 9 reti subite. Dagli altri campi arrivano altre quattro vittorie, quelle di: Chievo (2-1 sulla Sampdoria), Fiorentina (1-0 sul Bologna), Cagliari (0-1 sul campo del Toro) e Catania (2-0 contro il Parma).