#F1Report: le pagelle del Gran Premio del Messico

In Messico celebriamo due trionfi, quello in gara di Verstappen che bissa il successo dell’anno scorso con una gara da dominatore assoluto e quello di Hamilton nel Mondiale, grazie ad un quarto posto sudatissimo (complici le difficoltà di una Mercedes mai così in crisi) che gli permette di suggellare la quinta iride in carriera. Bene le Ferrari, entrambe sul podio. A questo punto sarebbe d’obbligo interrogarsi sui “forellini” della casa di Stoccarda…

 

VERSTAPPEN: 10 e lode. In prova un ciuffo di millesimi gli toglie la possibilità di issarsi a pole man più giovane della storia della Formula 1, un rimpianto enorme visto il ritmo impareggiabile che ha dimostrato. Al via sfoga la sua rabbia con una partenza al fulmicotone ed una staccata da urlo che lo mette in testa al gruppo da subito. Parte a quel punto un monologo fatto di martellate costanti che lo porta a doppiare, avete letto bene, la Mercedes di Bottas. Impressionante.

 

VETTEL: 9. Con i nuvoloni grigi all’orizzonte e con la felicità di un contribuente in fila allo sportello dell’agenzia delle entrate, sfodera lo smalto da campione. Sorpassa in pista Hamilton e Ricciardo, dimostrando che la stoffa va soltanto ricucita ma è di quella buona davvero. Non servirà a molto ma la sua performance tiene in vita il mondiale costruttori e lo proietta verso un finale con legittime ambizioni di vittoria in gara.

 

HULKENBERG: 8. Pilota di rarissima sostanza, dietro gli inarrivabili c’è quasi sempre lui. Porta fieno in cascina meglio di un fattore e ha dimostrato di riuscire a salvare l’onore Renault in più di un’occasione.

 

LECLERC: 8. Conduce la sua Alfa-Sauber alla settima piazza con una gestione gara da veterano e per mezzo di una serie di duelli rusticani vinti contro la velocissima (almeno in rettilineo) Force India. Ci vorrà la controprova in rosso ma parliamo di un potenziale crack.

 

RAIKKONEN: 7. In grande difficoltà nel primo stint, viene fuori alla distanza con un ottimo passo gara. Dopo la vittoria di Austin, matura un podio che fa morale e che riapre, seppur marginalmente, la lotta al titolo costruttori.

 

VANDOORNE: 7. La sua avventura nel Circus è al capolinea ma quantomeno una gara come quella di Città del Messico lascerà un buon sapore in bocca a lui e alla derelitta McLaren.

 

HAMILTON: 5 (10 e lode al Mondiale). Soffre tremendamente il degrado ed il graining delle sue gomme e non ne viene fuori finendo a quasi un minuto da leader. Una gara negativa non può però nemmeno lontanamente offuscare una stagione favolosa che gli consegna il 5° titolo mondiale in carriera. Prossimo obiettivo? La leggenda di Schumacher.

 

BOTTAS: 4. Il suo calo di rendimento nel finale di stagione è piuttosto evidente e l’onta del doppiaggio, pur con le obiettive scusanti del caso concesse anche ad Hamilton, è difficile da spiegare guidando la macchina che da 5 stagioni domina in lungo e largo.

 

P.s. (dovuto…)

 

FIA: 0. I fori sui cerchioni Mercedes sarebbero, cito, “a legalità temporanea”. Stiamo scherzando? Stante un regolamento ed un commissione tecnica (presieduta dall’Ing. Tombazis che non si è nemmeno degnato di venire a verificare sul posto la situazione), non può esistere una soluzione che sia legale ed illegale allo stesso tempo. Fatto strano, tappati quei fori ad Austin e Città del Messico per evitare doglianze, la crisi Mercedes inerente il degrado è tornata con prepotenza. Guai a parlare di Mondiale falsato ma appare quantomeno lecito pensare che avremmo potuto assistere a tutt’altro finale di stagione.

 

 

Antonio Rico