A Madrid va in scena la remuntada della Juventus, ma CR7 è senza scrupoli e la condanna

Allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid è andata in scena la partita di ritorno tra Real Madrid e Juventus, un vero show dello sport, del calcio. Dopo l’andata in cui il Real aveva sopraffatto una Juve che era stata in gara solo per 60 minuti, freddata da una splendida rovesciata di Cristiano Ronaldo, accolta dal pubblico sportivissimo juventino con una standing ovation,la gara di ritorno ha regalato molte più emozioni. La Juve è scesa in campo con tanto cuore e orgoglio, riuscendo a fare la remuntada, infatti al 90° il punteggio era di 3 a 0 per i bianconeri con doppietta di Mandzukic e gol di Matuidi. C’è da dire che per tutta la partita Ali di gabbiano alias Cristiano Ronaldo o se volete CR7 è stato polemico, poco incisivo e ogni volta che chiedeva una ammonizione l’arbitro obbediva. Tanto signore nel ringraziare a Torino, tanto strafottente a Madrid. Comunque al 93° l’arbitro pensa bene di dare un rigore ai padroni di casa, un rigore che non c’è e come si dice in questi casi, Buffon perde la brocca, inveisce, grida, si arrabbia con l’arbitro che pensa bene di espellerlo, lasciando la Juve in dieci e rovinando quella, che forse, era l’ultima partita in Champions del portierone. Il rigore viene segnato, tutto lo stadio esulta, Ali di gabbiano incita il pubblico a festeggiare.

Questo è il breve riassunto di una partita di cui ci sarebbe parecchio da dire, l’arbitro, designato dal nostro Pierluigi Collina, speriamo che abbia fatto mea culpa almeno con se stesso, mi chiedo se eliminato il Barcellona dalla Roma fosse brutto che uscisse pure il Real e non dico niente di scandaloso, visto che i giornali di sport spagnoli stamattina titolavano “il furto del secolo”. Un campione vero si vede in campo ma anche fuori, giusto un anno fa commentavamo i capelli con striature bionde di CR7, le sue sopracciglia, lo smalto alle ughie dei piedi che sfoggiava in vacanza, certo mica un giocatore di giudica dal suo aspetto, ma dai gesti che fa e tutta questa signorilità  a Madrid non c’è stata. Sono stati già scritti fiumi di parole su questa partita che aveva il sapore di una finale, ma niente potrà cancellare la differenza di comportamento, la voglia di protagonismo dell’arbitro e il ghigno a fine gara di uno Zidane che ha fatto la sua fortuna proprio in bianconero. I tifosi non vorrebbero dire parole, ma solo parolacce, il calcio però è questo, fatto di gioie soddisfazioni, sofferenze e delusioni. La Juventus è una delle squadre più amate, ma anche quella più odiata, così per tanti che soffrono tanti altri hanno festeggiato, perché lo spirito italico vale solo quando gioca la Nazionale, il resto è l’espressione vera dei rodimenti e delle insoddisfazioni che regala il Campionato di Serie A.  Roberta Maiolini