Astronauti è il nuovo singolo di Enea Vlad. La musica? Mi definisco un portatore sano di sensazioni

È uscito ieri su tutte le piattaforme digitali Astronauti, in distribuzione da Artist First, il nuovo singolo di Enea Vlad.

Scritto e composto dallo stesso Enea VladAstronauti è un brano pop e ritmato, dal sound fresco e innovativo. Racconta la storia di un amore, in cui i protagonisti sono costretti a una lontananza forzata, che non scalfisce il loro amore, ma anzi lo fortifica.

«Astronauti è nata un anno fa, ma si colloca perfettamente nel momento che stiamo tutti vivendo, vista la storia che racconto – spiega Enea Vlad – l’unica soluzione che i protagonisti del mio brano hanno per incontrarsi è quella di spostarsi in un’altra dimensione dove, in veste di Astronauti, possono finalmente salvarsi dalla solitudine. Sulla Luna, oppure a cena su Plutone, un posto più “intimo”».

Enea Vlad, 21 anni, è cantautore di origine salentina. La sua formazione musicale ha inizio con lo studio della batteria, che lo allena al senso del ritmo e lo avvicina ai generi più disparati. Sin dai suoi primi approcci con la musica, scrive e compone i suoi pezzi, ritrovando in Franco Battiato il principale punto di riferimento. Enea Vlad ha un’avversione per le categorie, per cui, seppur ispirandosi alla tradizione cantautorale italiana, definisce la sua musica un insieme di generi più o meno amalgamati.  A gennaio 2020 pubblica il suo primo singolo “Anneghiamo”, che riscuote un discreto successo di pubblico e di critica. Definisce la sua vita un melodramma anche se questo va in contrapposizione al suo essere una persona tendenzialmente positiva e solare. A fasi alterne. Quello che ne scaturisce è un mix musicale ricco di sfaccettature e chiaroscuri. 

Abbiamo incontrato il giovane artista, tra sogni e racconti in musica in un’intervista a tu per tu.

Ciao Enea e benvenuto su Trend&Moda e MusicShowLive. Raccontaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica???

Nasce con lo studio della batteria, nasco come percussionista e questo mi è servito ad entrare nello studio e nell’ottica di vedere tutti i generi come un unica cosa, quindi non mi sono appassionato unicamente ad un genere e questo mi è servito successivamente poi quando sono entrato nel mondo della scrittura dei miei pezzi e canzoni. Ho voluto fare un mix di tutti questi generi che hanno poi influito nel mio percorso musicale. Nasco quindi come batterista e poi mi sono avvicinato al mondo del canto e della scrittura e ho unito entrambe le cose. Si sente anche nella differenza dei miei due pezzi. “Anneghiamo” è molto più pulito come suoni, è molto più semplice mentre in Astronauti ho voluto far vedere l’altra faccia della medaglia, quindi c’è più groove, ho voluto concentrarmi più sull’insieme degli strumenti.

Astronauti nasce un anno fa, l’ho scritta in uno dei miei primi mesi a Milano. Ed è nata in realtà pensando a un desiderio che avevo, che in quel momento qualcuno mi stesse pensando e che io potessi pensare intensamente: infatti il pezzo parla tanto di mancanza, quindi una mancanza che arriva quasi a consumarti e consumare queste due figure. Una mancanza che parte da una lontananza forzata: ed è questo che poi ho voluta farla uscire proprio adesso. Sembra fatta apposta, sembra proprio che parli di questo momento. Tutti distanti, ma obbligatoriamente. Quindi ho pensato: qual è il modo migliore per queste due anime di incontrarsi? Ho pensato che potesse essere quello di spostarsi in un’altra dimensione dove in veste di astronauti potessero finalmente incontrarsi e unirsi e viversi finalmente in una dimensione dove tutto è diverso. Ho voluto proprio giocare con le immagini: la figura di una cena con Plutone, un posto intimo, e ho voluto differenziare la parte iniziale del pezzo che parla proprio della realtà. Il pezzo dice “Mi fischiano le orecchie quando pensi troppo a me”: ho voluto partire da quello e arrivare poi al mondo dell’onirico dove finalmente ci si può incontrare e quindi il pezzo non doveva uscire adesso, ma ho voluto fortemente che uscisse ora perché l’ho trovato perfetto per il momento storico che stiamo vivendo.

Il mio obiettivo è quello in qualche modo anche di essere consolatorio: per chi ha sofferto di questa cosa e che tuttora continua a soffrire, perché nonostante le disposizioni si siano un attimino allentate non può comunque riunirsi ai propri cari e a chi ama, per motivi lavorativi o per motivi di distanza obbligata anche in questo caso. Quindi spero di dare una mano con la mia musica a far sentire un po’ più vicine le persone, immaginarsi in quest’altra dimensione e a portarli con me in questo viaggio.

Parliamo un po’ del tuo primo singolo “Anneghiamo”…

Anneghiamo è un po’ diverso da astronauti proprio nel concetto: mentre Astronauti è basata sull’idea e desiderio di questa persona, Anneghiamo invece è basata su una storia vera. È molto più corporale, dal punto di vista delle sensazioni perché è nata dopo un’esperienza che ho realmente vissuto, un’esperienza molto intensa con questa persona che conoscevo da tanto tempo. Una canzone scritta la sera stessa in dieci minuti: io con questa persona in riva al mare e il momento ci ha fatto trasportare in un’insieme di sensazioni ed emozioni che mi hanno portato poi a scrivere il pezzo. Una canzone che parla fondatamente di un amore in un istante: un amore vissuto in un momento, un sentimento fortissimo. Quindi “ti va se anneghiamo” è riferito al mare, a quel momento che ti porta a travolgerti, a entrare in questo vortice e che poi in realtà ti lascia un po’ questo senso di amarezza alla fine perché uno se la immagina come la classica canzone d’amore quando alla fine si scopre che in realtà questa persona era fidanzata e che quindi non ci poteva essere nient’altro che quel momento. È una storia autobiografica ma tanto romanzata! Ho provato a trascrivere le mie sensazioni e i miei sentimenti mettendoci anche tanto delle mie esperienze ma provando anche a renderla un po’ per tutti. Tutti abbiamo avuto un momento di pazzia con qualcuno, e magari un momento di cui poi ci siamo pentiti o meno, ma comunque fa parte della vita un po’ di tutti. Anneghiamo è la canzone del cuore, scritta tre anni fa e nata naturalmente anche nella scrittura, mentre l’altra ha un mood diverso, un segno di speranza anche per il momento che stiamo vivendo, nonostante non sia una canzone per il Covid. L’ho scritta un anno fa e mai potevo immaginare che potesse essere così profetica!

Come lo hai vissuto questo momento dell’emergenza legata al Covid?

Non faccio parte della categoria di quelle persone che in quarantena si svegliavano, facevano allenamento o mille altre cose! Io l’ho vissuta nella maniera più naturale possibile: nei momenti in cui la mia psiche crollava mi lasciavo trasportare e cercavo di scrivere tanto ma neanche forzatamente. Scrivevo nei momenti in cui sentivo la necessità di farlo. L’ho vissuto come un momento di introspezione perché penso serva a tutti vivere un momento e un qualcosa di inaspettato e vedere come si reagisce perché non credo che l’avrei mai saputo se non fosse successo. Mi è servito a crescere: non l’ho vissuto benissimo, ma allo stesso tempo penso mi sia servito molto come momento e diciamo che sono abbastanza fortunato perché penso a quelli che in questo momento avranno più difficoltà a ripartire. Pensiamo anche a chi lavora dietro alle quinte, agli addetti ai lavori, a chi c’è dietro ai concerti, che adesso avranno molte più difficoltà. Spero davvero che si possa trovare una soluzione il più velocemente possibile. Il concerto è unione di amore e di emozione, bisogna tornare più forti di prima! Sono molto felice che pian piano si cominci a ripartire con la vita normale, ma bisogna anche pensare a questo settore e tutelare tutti i lavoratori.

Vivi a Milano ma sei di origine salentina, che rapporti hai con la tua terra?

Attualmente sono a Lecce perché ero tornato qui a fine gennaio per fare una pausa dal lavoro ma poi sono rimasto qui a causa dell’emergenza covid. Da pochi giorni posso finalmente godermi anche il mare, fa parte del mio dna. È un rapporto sicuramente di amore ma anche strano, non dico di odio, perché per chi vuole fare il cantante o vivere nel mondo della musica è molto difficile. La mentalità è tanto indietro. Però allo stesso tempo la mia anima resta qui, è sempre casa! Poi io in realtà ho anche origini bielorusse, quindi sono italo bielorusso: ho due cuori diciamo, un cuore un po’ più freddo e un cuore caldissimo!

Quali sono gli artisti e i cantautori cui ti sei sempre ispirato?

Sicuramente Franco Battiato, lui è il mio maestro e la mia massima ispirazione e aspirazione: chiaramente non cerco di imitarlo o emularlo però allo stesso tempo è l’artista che mi ha fatto conoscere il mio vero stile di scrittura e lavorare tanto con le metafore, le immagini, le idee che ti fai ascoltando determinate parole. In questo è un maestro e chissà se mai un giorno riuscirò a incontrarlo. Magari un giorno, chissà!

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sicuramente un live o mini live: avevo già in progetto di farne qualcuno quest’estate ma che verrà rimandato a causa della situazione sanitaria. È una necessità che ho sicuramente: avere un riscontro diretto dalla gente secondo me è la cosa più bella di questo mestiere. Poi ho tante canzoni in cantiere: sicuramente c’è l’idea e la volontà di arrivare a un qualcosa di più concreto e più grande come un album, però ci stiamo lavorando e stiamo in corso d’opera!

Cosa rappresenta per te la musica?

Io mi definisco un portatore sano di sensazioni: credo che la musica serva a veicolare queste sensazioni in ognuno di noi e ogni canzone in realtà è così soggettiva e mi stupisce sempre: tutti i significati, i diversi punti di vista su cui scrivo. Ogni volta mi stupisco di quello che immagina e sente la gente quando ascolta i miei pezzi e li stesso faccio io con le canzoni degli artisti che amo, quindi per me la musica è proprio questo. È la possibilità di vivere ognuno un momento, un viaggio, una sensazione diversa per ogni brano e per ogni pezzo.

Il tuo sogno nel cassetto?

Sicuramente, se dovessi guardare in grande, San Siro! Un gran sogno, ma se uno deve sognare deve farlo bene!