Il 4 aprile 1968 moriva Martin Luther King, premio Nobel per la Pace

Sono passati 51 anni dalla morte di uno degli uomini più importanti della storia.

Uno dei pochi personaggi che si è contraddistinto per le sue idee, per il suo desiderio di cambiare le cose con la pace e non con la violenza. Il suo nome alla nascita era Michael King Jr, nato ad Atlanta il 15 gennaio 1929 figlio di un reverendo della chiesa Battista, Martin Luther King s’impegnò, fin da giovane, per i diritti civili e contro le ingiustizie razziali.

Si laurea in filosofia e diventa pastore protestante, con una passione però per Gandhi per le sue idee di non violenza, ne studia gli scritti, il suo modo di vivere e questo influenzerà molto la sua vita. Diventa infatti un “apostolo” della lotta non violenta e difensore degli emarginati nell’America degli anni sessanta, comportamenti agli antipodi rispetto ad un’altra grande figura di quegli anni: Malcom X che era su posizioni decisamente più oltranziste.

I due ebbero modo di conoscersi il 26 marzo del 1964, scambiarono solo poche parole tra di loro, una discussione breve in cui Malcom criticava aspramente le posizioni “pacifiste di Martin. Mentre quest’ultimo vedeva nella rabbia del primo un uomo vittima del sistema che induceva gli afroamericani a cercare vendetta, ma così facendo non avrebbero mai ottenuto quello che desideravano. Ma quel discorso ebbe delle conseguenze, Coretta Scott King la moglie di Martin Luther King ebbe modo di parlare con Malcom X a Selma in Alabama il 5 febbraio del 1965.

Da quel momento anche lui optò per una lotta non violenta, ma non ebbe tempo di affiancare il suo fratello di lotta, venne assassinato il 21 febbraio, pochi giorni dopo quella svolta. Il  nome di M.K.J. è inscritto in quella ristretta cerchia di personalità che, con le uniche armi della parola e delle idee, hanno cambiato il mondo, continuando a distanza di decenni dalla loro scomparsa a influenzare la cultura e il modo di pensare comune.


L’opera di sensibilizzazione, iniziata con un tour per le università americane, raggiunse l’apice con il celebre discorso dell”I have a dream, pronunciato al Lincoln Memorial di Washington, il 28 agosto del 1963, davanti a una folla di 250mila persone.

Quel discorso lo fece entrare di diritto nella storia, ancora oggi risuonano forti e decise le sue parole di speranza, di pace. Il coronamento di quell’evento avvenne l’anno seguente con l’assegnazione del Nobel per la Pace a soli 35 anni.

Ma il destino dei grandi uomini in quegli anni era spesso comune e conduceva alla morte. In una manifestazione in difesa dei diritti civili degli spazzini neri che si teneva a Memphis il 4 aprile del 1968, Martin Luther King venne raggiunto da un proiettile al collo, sparato con un fucile di precisione mentre era affacciato al balcone del motel dove alloggiava.

L’omicida, James Earl Rayed, fu catturato due mesi dopo a Londra e dopo aver ammesso, in un primo momento, la sua colpevolezza, ritrattò in seguito, affermando di essere stato vittima di una cospirazione. Tesi, quest’ultima, confermata da una sentenza di condanna emessa nei confronti di Loyd Jowers, proprietario di un ristorante sito nei pressi del luogo del delitto. L’episodio, tuttavia, resta un mistero irrisolto nella storia americana. Il significato delle sue parole invece non sarà mai un mistero e, continueranno a riecheggiare nella mente di molti: “ I have a dream”.