Massimiliano Vado a Trend&Moda: “Ho un cassettone pieno di progetti pronti per essere realizzati”

“Dicono di lei” sarà in scena al Teatro Tor Bella Monaca di Roma dal 12 al 14 ottobre. Testo di Roberta Calandra e con l’attrice Nadia Perciabosco, la regia è, invece,  dell’attore e regista Massimiliano Vado, nome di spicco nel mondo dello spettacolo, del cinema e soprattutto del teatro. Classe 1970, Vado ha alle spalle una lungimirante carriera nel mondo del teatro, alternando ruoli classici e moderni, sul piccolo  e grande schermo, tra le fiction “Distretto di polizia”,  “ Cento Vetrine” o i film “Nessuno mi può giudicare” o “Tutte lo vogliono” con Enrico Brignano. Ma l’artista di Savona ha ricevuto anche importanti soddisfazioni nel campo della regia teatrale e “Dicono di lei” rappresenta un ulteriore testo meritevole di menzione e considerazione.  Abbiamo scambiato con lui una piacevole chiacchierata.

Cosa ha pensato quando è stato contattato per il ruolo da regista per lo spettacolo “Dicono di lei”?

In questo momento storico della mia vita mi sta accadendo qualcosa di particolare! Ora che, a teatro, mi sto concentrando sul ruolo da regista, mi stanno contattando solo attrici donne (ride ndr). Negli ultimi tre anni ho diretto la Sandrelli, la Muti, mia moglie Michela Andreozzi, la Gerini. Sono stato contattato per dirigere spettacoli con sole donne, magari perché ho una speciale sensibilità o più semplicemente perché si fidano, ovviamente ne sono molto contento! Alla fine si è soddisfatti e contenti del lavoro che si è fatto e le donne con cui lavoro si sentono rispettate, questo è l’importante. Come è importante che, a teatro, dopo secoli e secoli di predominanza maschile, in cui le donne hanno avuto un ruolo marginale, è giusto che abbiano lo spazio e siano primo nome e non primo nome grazie ad un uomo.
In questo spettacolo il messaggio è importante e ci piace molto. Ho trovato molto agevole dirigerlo, anche grazie a Nadia Perciabosco.

Roberta Calandra ha disegnato una persona senza farla vedere, ma il compito poi di portarla in scena è spettato a lei. Vi sono state delle difficoltà, e se sì quali, nel riportare sul palcoscenico questo testo?

In realtà ho fregato la Calandra, facendo vedere la protagonista! (ride ndr). In realtà più che parlare di difficoltà parlerei di sfide. È stata una sfida descrivere un personaggio tramite le parole di altri. Erano 5 monologhi e insieme alla Calandra abbiamo lavorato anche per rendere all’attrice le cose più difficili, insomma per alzare l’asticella. Abbiamo frammentato i personaggi  e la Perciabosco passa da un ruolo all’altro in pochi secondi. Per rendere le cose ancora più difficili ho anche voluto inserire un sesto personaggio che compare, a volte con la propria voce, a volte con quella degli altri.

Secondo lei c’è la possibilità di oltrepassare ormai questa convinzione interiore per la quale per essere sè stessi bisogna piacere agli altri?

È una domanda che non mi sono mai posto, in vero. Durante delle lezioni alle quali ho preso parte, mi sono sempre chiesto perché si fa questo mestiere. Io credo di saperlo, ma in generale credo che tra i motivi che spingono una persona a fare questo mestiere, ci sia più che altro la timidezza e non tanto l’apparire. Nello spettacolo questa tematica proviamo ad affrontarla in maniera analitica, ci si chiede come mai questa attrice abbia così tanta voglia di apparire e poi ad un tratto scompare. Nella vita reale, invece, mi interessa più mandare un messaggio reale, non apparire. Da sempre il teatro ha mandato grandi messaggi e quello dell’apparire non mi ha mai interessato, in verità non piace nemmeno rapportarmi con persone il cui unico scopo sia quello.

Preferisce stare dietro le quinte o sul palcoscenico o davanti una telecamera?

Preferisco fare i lavori che mi piacciono, se poi una volta faccio l’attore, una volta il regista o il ballerino non è importante. Cerco di scegliere cose che mi piacciono molto e mi danno molta adrenalina. Credo di essere arrivato ad una età in cui mi posso permettere di scegliere cosa non fare!

C’è un’idea o un progetto che durante la sua carriera non ha realizzato e che vorrebbe mettere in pratica?

Tantissime! Non ho un cassetto pieno, ma un cassettone! Ma ogni cosa ha il suo momento per essere realizzata! Ad esempio non è tempo che io diriga uno Shakespeare, ma non perché non sia preparato ma perchè non ho ancora il curriculum necessario, nozioni tecniche specifiche. Arriverà il momento ed io saprò come fare!

Cosa si sente di dire a chi ha intenzione di intraprendere questo mestiere?

Di frequentare una scuola affidabile e seguire maestri di cui ci si possa affidare! Non mollare è fondamentale  e soprattutto  bisogna sempre  crearsi un piano “b”! E poi consiglio loro di studiare  e trovare scuole ufficiali che abbiano valore. Chi fa un reality e poi vuol fare l’attore, non può fare l’attore, fa un altro mestiere. Le scuole sono la base per questo mestiere!

A cosa sta lavorando ora?

Tantissimi progetti, prenda appunti su quelli “Femminili”! Riandrà in scena Claudia Gerini partendo da Taranto e Matera, poi uno spettacolo di mia moglie dal titolo “Il Tempo delle mele”, poi tornerà in scena lo spettacolo con Giulia Nervi dal titolo “Tutto da sola”. In questo momento insieme a mia moglie Michela Andreotti stiamo lavorando, anche, al suo nuovo film con un cast tutto al femminile, Ambra, la Pastorelli, Silvia D’Amico, Stefania Sandrelli. Tornerà lo spettacolo “ Le dive dello swing” e  uno nuovo che si chiama “In tre”e poi c’è un testo a tre scritto da mia moglie con Vittoria Belvedere, Mariagrazia Cucinotta e Michela Andreozzi in tournè dal prossimo febbraio. Insomma un anno produttivo, faticossissimo ma produttivo!