Cinque palchi e centinaia di fan hanno riempito il Siren Festival 2018 – Live Report + Fotogallery

Anche quest’anno il Siren Festival transenna parte del centro storico di Vasto per regalarci 4 giorni di musica e divertimento nella splendida cornice marittima della ridente cittadina abruzzese. Organizzazione e dislocazione dei 4 palchi (quelli nel centro città, più in realtà un quinto sulla spiaggia) che si riconferma ideale come negli scorsi anni. Timetable delle esibizioni che si incastra perfettamente e facilità nel voler passare da uno stage all’altro essendo essi intuitivamente collegati. Main stage a Piazza del Popolo, uno gratuito a Porta San Pietro, e molto suggestivi i due dislocati uno nel Cortile d’Avalos e uno negli adiacenti Giardini d’Avalos, questi ultimi che causa un –a questo punto direi fortuito ma anche propizio- ritardo regalano una esibizione di Rodrigo Amarante al chiaro di luna che è probabilmente come setting la più suggestiva del festival. Tanti anche gli stand per il food & drink (o i normali punti di ristoro quali bar e pizzerie che sono stati “inglobati” nella zona transennata del Siren) che sanno accontentare ogni tipo di esigenza alimentare. Merch, dischi, vinili e libri anch’essi presenti. Musicalmente parlando non c’è un minuto in cui si rimanga senza musica. Capita talvolta (obbligatoriamente) la sovrapposizione degli artisti ma mai di quelli principali, i quali volendo si riescono ad ascoltare tutti.

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Ecco quello che è stato il nostro percorso musicale per la giornata del 28 Luglio:

Causa suddetto posticipo dell’esibizione di Rodrigo Amarante, iniziamo con Colapesce sul main stage di Piazza del Popolo. Lorenzo Urciullo comincia ad essere ormai un artista navigato, con 3 album all’attivo (l’ultimo è “Infedele” del 2017), e sul palco lo dimostra. Grande impatto sonoro di lui e la sua band. Bravissima la ragazza alla voce, sax, chitarra, e non so se dimentico altro, che suona con lui in questo tour e che risponde al nome di Adele Nigro. È possibile vederla normalmente sul palco con i suoi Any Other, altra band da tenere sott’occhio, sotto 42records. Ottima esibizione e pubblico entusiasta. Proseguiamo con Rodrigo Amarante, famoso per le sue ballad folk e spigliatamente latineggianti, noto ai più per aver composto la sigla della serie televisiva Narcos. Set completamente acustico ma impreziosito dalla presenza nella seconda parte della bellissima e bravissima Natalie Bergman (voce/tastiere). Gremiti i Giardini d’Avalos che costituiscono la cornice più bella del festival o quanto meno la più adeguata a questa esibizione, rendendola intima e romantica, con una splendida luna rossa a completare il quadro. Il tempo di una birra e ci si sposta di nuovo sul main stage di Piazza del Popolo. Stanno per salire sul palco i dEUS, storica band indie rock (definizione di Wikipedia, ma chi li conosce sa bene che tentare di definirli con un solo genere è riduttivo) formatasi ad Anversa, Belgio negli anni ’90. Il loro set è esplosivo e mai calante. Diversi gli estratti dal loro capolavoro ed album d’esordio Worst Case Scenario (1994), ma anche da Following Sea (2012), tra cui la bellissima e celeberrima Sirens. Particolare l’omonimia col festival stesso, ed il cantante Tom Barman non si lascia sfuggire l’occasione per una battuta (“We wrote this song some years ago, just for this festival…”). Menzione particolare va allo stesso Barman, magnetico e carismatico sul palco, ed ugualmente al violinista (peculiarità caratterizzante del gruppo) Klaas Janzoons.

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Ci spostiamo ora nel Cortile d’Avalos, sta per iniziare il set dei Bud Spencer Blues Explosion. In tanti accorrono a vederli, iniziali difficoltà per far entrare tutti. I Bud li avevamo visti recentemente a Villa Ada Incontra il Mondo. Il tour è lo stesso, quindi la scaletta pressoché identica, ma è piacevole vedere come nei loro concerti ci sia anche una discreta parte di improvvisazione, che è resa manifesta nelle parti di assolo/scambio di battute tra Viterbini e Petulicchio quando nella seconda parte dell’esibizione restano in due sul palco (in questo tour ci sono altri due turnisti) come ai vecchi tempi. Anche qui a Vasto c’è la piacevole sorpresa di vedere Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti salire sul palco per prestare la voce in “Io e il Demonio”, singolone estratto dal loro ultimo album “Vivi muori blues ripeti” del 2018. Esplosivi come al solito, ogni volta che li si vede live sembra che si divertano di più. Pubblico anche qui in visibilio che balla e poga senza farsi troppo pregare. Di nuovo a Piazza del Popolo. Il bannerone su cui campeggia la gigantesca scritta “PIL” è già stato calato. Sono proprio i Public Image Ltd gli headliner della serata, con l’uomo visionario che ha fatto la storia del punk alla voce, John Lydon a.k.a. Johnny Rotten. Seppur fisicamente non più in forma come ai vecchi tempi, il buon vecchio John sa tenere benissimo il palco, anche solo rimanendo fermo sul posto, e non rinuncia sovente a qualche sputacchiata e scatarrata come una certa autentica tradizione punk imponeva. PIL magnetici ed “ipnotici”, con un basso che colpisce come un pugno allo stomaco, chitarre taglienti, batterie ripetitive, i “latrati” di Lydon che assumono una certa valenza mistica. Per chi non li conosce, ci vogliono un paio di pezzi per entrare nel mood e preparare le orecchie, ma poi si può dare il via al viaggio. Tanti gli estratti dal loro capolavoro Metal Box del ’79, e verso la fine del set arrivano anche i due anthem “This Is Not a Love Song” e “Rise”, che fanno impazzire Piazza del Popolo.

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Concludiamo la serata (ma si potrebbe tirare avanti fino all’alba) con il dj set dei freschissimi ragazzi di Ivreatronic. Ritroviamo quindi qui Marco Jacopo Bianchi, musicalmente meglio conosciuto come Cosmo (che la sera precedente ha acceso il Siren stesso riscuotendo grandi consensi da critica e pubblico), accompagnato dagli altri resident DJ Fabio Fabio, Mattia Barro a.k.a. Splendore ed Enea Pascal, che ci fanno ascoltare anche i loro singoli e remix. Il Siren Festival si riconferma quindi uno dei migliori festival in Italia, vantando una location che in pochi possono permettersi, e una line-up sempre sapientemente scelta, mai banale. Non vediamo l’ora di partecipare l’anno prossimo.

Articolo + Foto = Jacopo De Marco