Dal trionfo ad X Factor all’esordio da scrittore: Trend&Moda incontra Michele Bravi

La scorsa estate la sua voce, assieme a quella di Elodie Patrizi e Gué Pequeno, con la canzone “Nero Bali”, è stata la colonna sonora delle nostre giornate. Stiamo parlando di Michele Bravi che dalla vittoria di X Factor nel 2013 ha fatto molta strada: 4 album, 2 tour, più di 10 video musicali, 1 trasmissione televisiva come conduttore, tutor al programma di Maria De Filippi, “Amici”, e poi vincitore del TIM MTV Music Awards 2107 Best Perfomance con il brano “Solo per un po’” e del Wind Music Award premio singolo platino per il brano “Il diario degli errori”, con il quale ha anche partecipato al Festival di Sanremo 2017.

Nato a Città di Castello, nella provincia di Perugia, Michele Bravi canta, suona la chitarra e il pianoforte da quando era bambino. Un vero talento che da qualche giorno è arrivato anche in libreria con il suo primo libro “Nella vita degli altri”, edito da Mondadori:

Quanto c’è di noi nella vita di chi ci sta attorno? Quanto c’è degli altri nella nostra vita? Qual è la distanza che intercorre tra il modo in cui noi ci vediamo e quello con cui gli altri ci guardano? Domande che riguardano il gioco degli specchi e che prendono forma in questo romanzo, che racconta, con una consapevolezza e una poesia inedite, i temi dell’identità e dell’immedesimazione. Al piano terra di una palazzina di cemento squadrata e piena di finestroni e di inferriate, c’è la panetteria del signor Bisacco.

L’odore del suo pane si infiltra tra le fessure strette dell’intonaco crettato e gli spiragli degli infissi da sostituire, profumando e amalgamando la vita delle persone che abitano il condominio. L’edificio ha cinque piani e accoglie e racconta molte storie. Quella di Angelo, un uomo spaventato che vive la sua passione per la fotografia con gravità e sofferenza. Quella della signora Vera, che viene da Padova ma sogna Parigi e lussi impossibili. Di Achille, un uomo complesso che cerca nel cibo la sua vendetta contro il mondo.

Quella della signorina Eco, la cui bellezza nasconde una sottile punta di coraggio verso la Vita.” Cinque storie che si intrecciano e si rispecchiano tra immagini slegate e suoni sfarinati, descrivendo il caos di un uomo smarrito nelle sue profondità.
 Un libro che si legge tutto d’un fiato, che ci parla di emozioni, di storie che sanno di vero, personaggi particolari ai quali ci si affeziona in un batter d’occhio, che raccontano di loro ma anche di tanti di noi.

Ecco come è andato l’incontro tra Trend&Moda e Michele:

La prima domanda è spontanea, come nasce l’idea di questo libro?

“Nella vita degli altri” nasce come una canzone che non riuscivo mai a completare. In questo pezzettino di musica volevo parlare dell’empatia tra sconosciuti, di quanto c’è di noi nella vita degli altri e di quanto degli altri c’è nella nostra. Semplicemente ad un certo punto mi sono fidato del consiglio di chi mi ha suggerito di scrivere senza pormi dei limiti ed è così che ho scoperto che tutto respirava meglio nella forma romanzo anzi che nella forma canzone.

In che modo Griselda Doka, una poetessa che scrive versi magici, ha influenzato il tuo esordio letterario?

Sono rimasto affascinato dalla musicalità dei suoi versi e dalla potenza della sua espressività. Quando mi è stato regalato un suo libro era come leggere qualcosa che già sapevo ma che non riuscivo a dire a parole.

Cinque racconti con protagonisti diversi: quale è quello che ti è rimasto più nel cuore ? 

Ogni personaggio ha un proprio carattere caricaturale e simbolico che all’interno del romanzo vanno a comporre una personalità più complessa e anche contraddittoria. Ho empatizzato con ciascuno di loro proprio perché in ognuno c’era qualcosa che mi riguardava.

Il tuo romanzo è come una canzone e, come tale, si legge. Ci spieghi la differenza tra scrivere l’uno e scrivere l’altra? 

Non saprei ancora darti una risposta proprio perché il centro nevralgico di questo romanzo è comunque la musica e la musicalità. Per quanto latente anche queste pagine hanno una frequenza e un suono che le contraddistingue e come in una canzone, un ritornello che porta avanti l’azione.

Quanto c’è di Michele nelle storie che racconti? 

Qualcuno diceva che anche quando scrivi senza parlare di te in ogni caso racconti di te. È chiaro quindi che in ogni personaggio, luogo o evento del libro ci sia una punta di autoreferenzialità che io in primis non riesco però ad individuare in maniera chiara.

Hai già fatto alcune presentazioni del tuo romanzo, quali emozioni ti hanno lasciato?

Il libro e la lettura sono un atto di solitudine, vedere come le persone empatizzino con un atto solitario è una terra nuova che anche io sto ancora esplorando. Ognuno attacca su queste storie un pezzo della propria vita trovandone dettagli che io stesso non ero riuscito a scorgere. È bello vedere come un libro sbocci nelle mani di un lettore.

La copertina è molto bella: una finestra con una tenda scostata dal vento, ha un significato particolare?

Quando ho scoperto questo fotografo, Alper Yesiltas, sono rimasto affascinato dalla sua storia. Lui fotografa da sempre la stessa finestra in modi diversi e mi piaceva in qualche modo vedere come una stessa cosa possa essere tradotta in così tante variabili. Il che in fondo è il motore del romanzo.

Quella da scrittore è, per te, una nuova esperienza. Dobbiamo aspettarci una nuova carriera che si apre o soltanto una parentesi? 

Trovo sempre difficile imbrigliare la creatività in una definizione rigida, mi piace la sua fluidità senza porne dei limiti. Vedremo.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare in veste di scrittore?

Sono tanti i libri che mi hanno cambiato la vita ma sicuramente gli scritti Dostoevskij sono quelli che più fra gli altri hanno segnato un solco dentro di me.

Grazie Michele per la tua disponibilità. Per chiudere, ci sono progetti in cantiere? 

La musica è sempre in cantiere, quando mi sentirò pronto rispetto al materiale creativo che sto sviluppando sarò felice di presentare un disco.