Ecco le 10 parole parole italiane che non sono traducibili in inglese

Ci sono parole, frasi e perifrasi che contraddistinguono ogni lingua esistente al mondo. L’italiano è forse una delle lingue più ricche di queste e chiunque, all’estero, si trovi in una situazione in cui sarebbe comodo usare uno di questi “slang” è ovvio che si trovi in difficoltà. Vediamo nello specifico 10 esempi di ciò di cui parliamo:
1. Boh: chi saprebbe tradurre letteralmente il termine “boh”? Sì, il suo significato è “non lo so”, ma sappiamo bene che può avere anche altre sfumature. Dicendolo siamo soliti alzare le spalle e storcere la bocca. “Boh” può essere considerata la parola più pigra ed intraducibile dell’italiano.
2. Ti voglio bene: L’italiano è una delle poche lingue che ha questa perifrasi per esprimere il sentimento d’affetto che si prova nei confronti di una persona che ci è cara. Pensiamo all’inglese e al modo in cui semplificano il concetto accorpandolo a quello dell’amore tramite il loro “i love you”. Ma come possiamo capire se qualcuno ci stia dicendo che ci vuole bene o se vuole in realtà dirci che ci ama?
3. Abbiocco: Non c’è parola più appropriata per descrivere quella sonnolenza rintronante che ti prende subito dopo aver mangiato. L’unica cosa che siamo in grado di fare dopo aver mangiato è quella di abbandonarci sul divano ed emettere un rantolo di simil-morte e svegliarci dopo 3 ore senza ricordare neanche il nostro nome. Siamo seri, chi è che non farebbe un bel pisolino dopo pranzo, se solo avesse tempo?
4. Spaghettata: La spaghettata classica è quella in cui si cucinano più o meno 10 kg di spaghetti, ma vanno bene anche linguine, vermicelli e bucatini, per non più di quattro persone. Quindi, se vi invitano ad una spaghettata evitate di mangiare prima, vi conviene.
5. Tizio, Caio e Sempronio: L’uso di questi è riservato principalmente al dialogo quando si sta parlando di più persone, non di persone specifiche però, piuttosto generiche. Si può dire che anche l’inglese abbia queste tre figure che vanno però sotto il nome di Tom, Dick and Harry. Vi starete chiedendo perché sono utilizzati proprio questi nomi: erano i tre nomi più utilizzati giuridicamente nel 1100.
6. Mamma mia: Questa espressione potrebbe essere tradotta in inglese con “Oh my God” anche se letteralmente sarebbe “oh mio Dio”. “Mamma mia” viene usato in varie circostanze, principalmente quando siamo stupidi, sia in positivo che in negativo, di qualcosa. Facciamo un esempio: se ci troviamo davanti alla famosa scultura del Bernini il Ratto di Proserpina non possiamo dire un sonoro “Mamma Mia” (Sindrome di Stendhal).
7. Magari: “Magari” ha vari e diversi significati a seconda del contesto. Si può dire che sia un’espressione per dire un desiderio quasi irraggiungibile, ad esempio:
“Ehi, vorresti venire al concerto dei Guns’n’roses?”
“Magari”
8. Apericena: L’apericena è un aperitivo che ci ha creduto fino in fondo e si è trasformato in una cena. Questo vocabolo nasce negli anni 2000 per indicare quell’aperitivo in cui mangi molto di più, bevi ancor di più e si svolge più tardi, all’incirca verso le 20/20.30.
9. Passeggiata: Generalmente la passeggiata è una camminata che facciamo o per fare esercizio fisico o anche, ad esempio, per guardare le vetrine di un negozio il sabato pomeriggio. Può avere anche altri significati che spiegherebbero la semplicità di fare un’attività. Facciamo un esempio:
“Ehi, com’è andato l’esame?”
“Era una passeggiata!”
10. Dolce far niente: In inglese sarebbe “sweet doing nothing”, ma questo modo di dire non spiegano bene cos’è il dolce far niente come lo intendiamo in Italia. Fare una passeggiata dopo aver mangiato, guardare una serie su Netflix o leggere un libro per il nostro piacere, prendere il sole o ascoltare della musica sono tutte attività che rientrano in quella filosofia del “dolce far niente” per come lo intendiamo noi italiani.

In conclusione l’Italia è un paese stupendo e ancor di più lo l’italiano con le sue mille sfaccettature, le sue declinazioni e le sue coniugazioni che lo caratterizzano e lo distinguono da qualsiasi altra lingua esistente al mondo. Noemi Di Nicola