Fuser: meta Tebaldi fa ancora male, avrebbe cambiato partita. Guardiamo al futuro con ottimismo

Mancano poche ore al fischio d’inizio dell’ultimo Cariparma Test Match 2018, quello che vedrà gli azzurri fronteggiare la squadra più forte del mondo, gli All Blacks. La sconfitta contro l’Australia della scorsa settimana, però, non è andata giù a Marco Fuser che non usa giri di parole per manifestare il dispiacere e disappunto per una decisione arbitrale che ha pesantemente condizionato il risultato finale.

Ripartiamo da una settimana fa: che peso ha avuto, nell’inerzia della partita, la meta non concessa a Tebaldi?

Tanto, davvero tanto. Il fuorigioco non c’era e la meta era valida. Ci è stato chiesto anche scusa, ma il fatto che non sia stato chiamato il TMO, a mio modo di vedere le cose è stata una grave mancanza di rispetto nei nostri confronti. Siamo l’Italia e da parte degli arbitri è come se ci fosse sudditanza in negativo. In quel frangente del gioco andare sul 7-0 avrebbe cambiato tutto. Puoi anche portarla a casa la partita, perché di occasioni così, contro avversari del genere, ne capitano davvero poche.

Sconfitta a parte, che può anche starci, ciò che resta è la grande beffa..

Si, vero. Fa male, inutile nasconderlo. Mi ha dato davvero tanto fastidio, non posso negarlo. Non ci danno il rispetto che danno alle altre squadre, come se usassero un altro metro di giudizio.

Anche perché, poi, c’è un altro problema: il ranking..

Vero. Oltre a quelle del VI Nazioni in questi anni abbiamo giocato contro squadre al nostro livello od anche inferiore, pensiamo a Usa, Samoa, Canada o Georgia, tanto per citarne alcune. Le abbiamo battute tutte ed essere scavalcati nel ranking dagli States lascia qualche perplessità. Anche perchè noi giochiamo con squadre di livello superiore. Noi pensiamo solo a giocare il miglior rugby possibile e a dare il 100% in campo.

O’Shea, sempre molto pacato, a fine gara era decisamente contrariato. Cosa vi ha detto negli spogliatoi?

Di portare a casa il buono che c’è stato, cioè l’aver lottato per tutta la partita. Dobbiamo riuscire a mantenerci su questi livelli che fanno ben sperare. Ripartiamo da qui. Oggi ci sono gli All Blacks, la squadra più forte del mondo, ma noi abbiamo voglia di fare una grande prestazione e dimostrare di sapere stare in campo anche contro di loro.

Tutto vero, ma bisogna iniziare a concretizzare..

Esatto, soprattutto quando entriamo nei ventidue avversari. Chiaramente dipende anche dalla situazione. Quando avverti che la squadra avversaria è in debito di ossigeno ed energia, forse è meglio sempre cercare il bottino grosso. Anche se contro avversari come di questo calibro è difficile. Sulla maul da touche abbiamo avuto diversi problemi, ad esempio.

Ciò che negli ultimi due, tre anni è altresì evidente è che gli stadi non sono più pieni come un tempo. E’ un segnale di malumore che serpeggia nel pubblico oppure cos’altro?

Con la tv è tutto cambiato. Adesso è più comodo e meno dispendioso stare a casa anzi che recarsi allo stadio a vedere la partita. Il rugby ha sempre puntato sull’ambiente ospitale ed accogliente che si trova prima, durante e dopo le gare, però. Non so se ci si è impegnati al massimo per avere lo stadio pieno, ma non credo che sia stata fatta tanta pubblicità alle partite. Anche adesso a Roma vedo solo lo stretto indispensabile. Non è sufficiente lo stendardo davanti al Foro Italico.

Intanto ci sono gli All Blacks. Come si affronta la squadra più forte del mondo?

A viso aperto. Loro sono favoriti ma noi non abbiamo nulla da perdere. Come team il nostro obiettivo è lavorare su ciò che è andato storto la scorsa settimana, cercando di realizzare una prestazione di alto livello. Se poi vinci contro gli All Black, beh, allora chiudiamo tutto, non c’è più niente da fare (ride, ndr). Ma, scherzi a parte, abbiamo un gruppo valido. Dobbiamo crescere per il futuro e per arrivare alla coppa del mondo con obiettivi più concreti.

Quale giocatore toglieresti loro?

Beauden Barrett. Però facciamo che li leviamo tutti e quindici, dai (ride, ndr)

Foto: LaPresse –