Game of Thrones analisi della Prima puntata, c’è tensione a Grande inverno (alert Spolier)

Finalmente è arrivato il giorno, la prima puntata dell’ottava stagione di Game of Thrones è andata in onda. Molti non hanno resistito e senza aspettare la puntata in italiano che va in onda sette giorni dopo quella in lingua originale hanno deciso di prenderne visione sfruttando i sottotitoli. Vediamo dunque di dare un’opinione su questa prima puntata dell’ultima stagione di una delle serie più amate degli ultimi anni. La puntata inizia con un chiaro richiamo ad una scena della prima stagione della serie, infatti vediamo un bambino che corre esagitato per poi salire su un albero e vedere così la maestosità dell’esercito di Daenerys Targaryen entrare a città dell’Inverno poi e a Grande Inverno in seguito. Una scena non molto dissimile a quella in cui Bran Stark saliva sulle mura del Castello dei Protettori del Nord per vedere l’arrivo di Robert Baratheon che, allora era il Re dei sette Regni.

Ci saranno altri Easter egg all’interno di questo episodio, come ad esempio il simbolo riprodotto con il piccolo Lord Umber e membra di corpo umano, richiamavano il simbolo a spirale presente sia oltre la Barriera quando Jon Snow viene catturato dai Bruti (li erano pezzi di cavallo) sia quando Bran ha la visione grazie al corvo a 3 occhi della Nascita del Re della Notte, in quel caso la spirale era riprodotta da un albero diga circondato da delle pietre. La puntata è stata al dire il vero molto “lenta”, visto che ne sono state annunciate solo 6 per questa stagione ci si aspettava che lo svolgimento fosse molto più veloce, invece gli sceneggiatori hanno preferito chiarire alcuni aspetti tra i personaggi e soprattutto stabilizzare le cose in attesa della guerra con i non morti. Le reunion e gli incontri sono state molte. L’incontro più atteso era ovviamente quello tra Sansa Stark e Daenerys, fin da subito ci è stato chiaro che le due donne non si ameranno probabilmente mai, in questo caso però la bilancia pende dalla parte della Lady di Grande Inverno.

Tolto l’approccio iniziale della Madre dei Draghi che sembrava ben disposta è stato un continuo fronteggiarsi tra le due, con Daenerys che arriva a minacciare palesemente di morte la Stark all’interno della propria abitazione. Sansa ha le sue ragioni, fa notare che non c’è cibo a sufficienza per mantenere in forze tutti quei soldati (ricordiamoci che con i suoi Draghi la Targaryen ha bruciato la colonna di vivere Tyrell che potevano essere molto utili). Ma soprattutto fa notare a Jon, con il supporto di Lady Mormont che loro avevano prestato giuramento a lui come Re del Nord e non ad una straniera. Arriva in soccorso Tyrion che diciamolo non perora benissimo la causa dell’ex Comandante dei Guardiani della Notte. Analizzando questa tensione tra i vari personaggi possiamo affermare che tutti hanno le loro ragioni ma, nessuno ha in realtà ragione. Se è vero che Sansa si preoccupa di accumulare cibo per la durata dell’inverno e si preoccupa della situazione politica del nord, vista anche la dipartita dell’appoggio dei Glover sembrerebbe non comprendere la reale minaccia che rappresenta il Night King con l’esercito dei non morti, esasperando eccessivamente i toni sull’ambito politico.

Daenerys invece mostra la sua sempre più famelica brama di potere, la sua incapacità di mediare, di comprendere ma di pretendere, in pratica vuole che tutti si genuflettano a prescindere a lei, senza comprendere le loro ragioni. Jon Snow in questo contesto è la “mosca bianca” della serie, è sempre stato riluttante nell’accettare i vari titoli, ha sacrificato se stesso unicamente nella protezione del popolo, dell’umanità, senza distinzione tra razze. La critica che gli si può muovere è proprio quella di sottovalutare troppo l’importanza dei titoli. Una scena successiva però potrebbe aprire la strada proprio nel cambiamento di pensiero di Jon. La scena in cui un Sam Tarly, furibondo con la Madre dei draghi che gli ha comunicato la morte per sua mano di padre e fratello lo raggiunge nella cripta, è qui che comunica la reale identità al Re del Nord, gli rivela che è il legittimo erede della Casata Targaryen essendo figlio di Rhaegal Targaryen e di Lyanna Stark, quindi è lui e non Daenerys a poter avanzare pretese sul Trono di Spade. Questa rivelazione può diventare fondamentale per Aegon Targaryen (il vero nome di Jon), in quando Sam gli fa comprendere che a Daenerys manca una qualità che lui ha sempre avuto: la pietà, requisito fondamentale per un buon Re o una buona Regina.

L’altra scena che abbiamo selezionato per questa puntata è quella finale, dove Bran seduto sulla propria sedia da inizio puntata all’interno del cortile di Grande Inverno attende l’arrivo di Jaime Lannister, che lui aveva palesemente visto in una delle sue riunioni. Molto comunicante lo sguardo tra i due, è da questa scena che prenderà il via il secondo episodio, con il probabile processo a Jaime Lannister per le sue colpe passate, vedremo come andrà a finire. Nel contesto è stata una puntata molto importante a livello di temi e confronti, stonano alcuni dialoghi decisamente non di livello (come la battuta tra Tyrion e Varys all’inizio) ma nel complesso una buona puntata, una buona introduzione agli eventi che stanno per arrivare.