Hard rock e splatter, il nuovo Hellboy soddisfa solo in parte

Nonostante le critiche, Hellboy di Marshall intrattiene senza mai annoiare


Si narra che Mike Mignola non fosse molto entusiasta del dittico che Guillermo Del Toro creò nel 2004 e nel 2008 sulla figura di Hellboy, protagonista del celebre fumetto che ha superato i 25 anni di pubblicazioni. Questo reboot invece, a firma di Neil Marshall , risulta fedele alla visione dell’universo di Mignola, grazie anche alla stretta collaborazione fra il regista e l’autore del fumetto.

Nonostante i -pochi- 12 milioni di dollari incassati nel primo finesettimana dall’uscita del film ( ne è costato 50 di milioni), la speranza di Milla Jovovich che la pellicola possa diventare un cult e le critiche stroncanti da ogni parte del globo, c’è da dire che questo Hellboy non è poi così male.

Se eravamo abituati a vedere un Hellboy costretto a nascondersi in un recinto e a vergognarsi del suo aspetto, ora questa nuova versione lo vede più orgoglioso, istintivo e libero di muoversi in giro per il mondo. Certo, anche in questo caso, il lato melanconico e romantico viene fuori, nel rapporto dubbioso con il padre ( favoloso, al solito, Ian McShane), ma è poco approfondito, quasi marginale. Ciò che emerge, invece, è la necessità e urgenza di far fuori tutti i mostri dell’oscurità, tra miti e leggende di Exalibur memoria, per non veder inabissare l’intera umanità. Intreccio, forse, un pò troppo elementare.

Scelta vincente quella di sostituire Ron Perlman con David Harbour– lo sceriffo Hopper in Stranger Things – che risulta perfetto per il ruolo demoniaco, quasi come se il personaggio fosse stato scritturato apposta per lui, nonostante la resa non del tutto eccellente del doppiaggio italiano e una maschera un pò troppo statica. Sicuramente chi si aspettava di trovare un demone simile a quello improntato da Del Toro ne resterà deluso. All’epoca il regista messicano fornì una descrizione, se vogliamo, anche più romantica di Hellboy, facendolo piacere nettamente di più al pubblico, un pò meno a Mignola, che questa volta forse resterà appagato. Lui di sicuro, gli altri un pò meno.

David Harbour incarna alla perfezione un demone impulsivo e in conflitto con la figura paterna

E’ “La Caccia Selvaggia” il filo conduttore della pellicola. Il leggendario supereroe demoniaco, detective del BPRD (Bureau for Paranormal Research and Defense) che protegge la Terra dalle creature sovrannaturali che la minacciano, è chiamato in Inghilterra per combattere tre giganti infuriati. Qui scoprirà le sue origini e dovrà vedersela con Nimue – Milla Jovovic -, la Regina di Sangue, un’antica strega resuscitata dal passato e assetata di vendetta.

Un rock fantasy apprezzato dagli amanti del fumetto

Hellboy dovrà cercare di fermare Nimue con ogni mezzo, in un epico scontro per scongiurare la fine del mondo. Fotografia ed effetti speciali accattivanti – in fin dei conti parliamo di Marshall, talentuoso regista e sceneggiatore horror – ma la regia risulta troppo veloce e soffocante. Certo, durante la proiezione è difficile annoiarsi tra battute di spirito, hardrock a tutto volume e duelli che faranno felici gli amanti dello splatter.

Non stonano, invece, le scene post credit: Marvel fa scuola, gli altri stanno a guardare, imparano la lezione e la mettono in pratica. E’ questo il momento giusto per capire che, forse, seguirà un sequel.

Si ringrazia per la disponibilità e collaborazione il Multiplex Astra di Avezzano