Live Report: Vanilla Sky + Finley, Largo Venue – Roma, 29/12

Serata all’insegna del pop-punk revival, lo scorso sabato 29 Dicembre, presso Largo Venue. Sul palco Rage of the Monkeys, Vanilla Sky e Finley, per la penultima di un tour di sei date dei Finley.

I ROTM vengono da Civitavecchia e sono un po’ gli outsider della serata a livello di genere. Portano sul palco un moderno nu-metal –parti rappate unite a chitarre djent e sonorità elettroniche contemporanee tipo Issues. La loro esibizione è esplosiva e di impatto.

I Vanilla Sky non hanno bisogno di presentazioni. La band pop-punk romana è attiva da ormai quasi 20 anni e ha segnato l’adolescenza di tanti tra quelli presenti nel pubblico. I componenti della band nel frattempo sono cresciuti: chi si è sposato; chi va in tour con Calcutta –il bassista Francesco Sarsano; chi è sfortunatamente assente causa tour con Salmo –Jacopo Volpe, batteria, sostituito per questa serie di date da Filippo Grossi. Tuttavia, i Vanilla Sky riescono a metterci tutta l’energia e l’attitudine di un tempo. Giocano in casa e dimostrano di essere a loro agio, scherzando sul palco ed affrontando con nonchalance qualche sfortunato problema tecnico.

La scaletta è ampia e variegata, ricca di presente e passato. Troviamo canzoni dal loro primo album del 2005, Waiting for Something, come Distance e Your Words, così come estratti dall’album che probabilmente li ha consacrati al grande pubblico (Changes, 2007), quali Break It Out, Nightmare e Devastante, fino a pezzi più recenti come Make Believe o The World Is Yours (da Another Lie: Like Home, 2014, ultimo full lenght rilasciato). In scaletta anche il singolo Stranger Things del 2017 e le immancabili cover Umbrella e Just Dance.  In fin dei conti i Vanilla Sky riescono a mettere su uno show di pregevole fattura che sa sia far emozionare i più nostalgici che intrattenere chi magari una volta non era solito seguirli.

I Finley chiudono le danze. Anche loro hanno poco bisogno di presentazioni. La band di Legnano è longeva circa quanto i loro predecessori. Hanno ormai un’importante esperienza maturata sui numerosi palchi calcati durante la loro carriera musicale e salgono sul palco senza timore di mostrare una certa convinzione.
Per ascoltare i Finley bisogna per un attimo mettere da parte i pregiudizi e ricordarsi a chi è indirizzata in modo pressoché esclusivo la loro musica, tenendo a mente l’età media dei loro ascoltatori e quindi cosa questi si aspettano di trovare dalla band sul palco, a livello di suoni e di testi.

Detto questo, non si può negare che i Finley ci sappiano fare sul palco. Sono precisi nell’esecuzione e Pedro (a.k.a. Marco Pedretti, cantante) è un ottimo performer ed intrattenitore. Menzione di merito va poi fatta in favore di un virtuoso Ivan Moro, bassista dei Finley dal 2011. Anche loro presentano una scaletta variegata che sicuramente non può non smuovere qualcosa nei più nostalgici.

Dal loro album Tutto è Possibile del 2006, ci fanno ascoltare le indimenticabili Diventerai Una Star, Tutto è Possibile, Fumo e Cenere, Scegli Me, Dentro Alla Scatola (presente in una versione deluxe del disco, in cui c’era un feat. con il rapper Mondo Marcio). Da Adrenalina del 2007 l’omonima Adrenalina, e dalla ristampa del 2008 (Adrenalina 2) Ricordi, canzone che –come ci tengono a ricordare loro stessi- li portò a calcare il palco del Festival di Sanremo 2008. Ma durante l’ora e mezza di concerto c’è spazio anche per le recentissime canzoni del loro album Armstrong del 2017, come Armstrong, Odio il DJ, Keep Calm and Carry On e 7 Miliardi. Ancora più recente forse la loro Tutto Quello Che Ho, canzone scelta da Sky Sport come colonna sonora ufficiale del Mondiale 2018 di Formula 1.


Colpo di scena in scaletta con la cover della storica Fat Lip dei Sum41, riproposta pedissequamente dai quattro di Legnano come prima canzone dell’encore.  Il giovane pubblico accorso numerosissimo ad ascoltare la band è in visibilio, canta e si scatena con loro. Resoconto finale: una serata ampiamente riuscita con pop punk di qualità e retrogusto nostalgico.

Jacopo De Marco

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