Mariano Sabatini si confida ai nostri microfoni: il giallo italiano ha un nuovo protagonista

Ho conosciuto Mariano Sabatini quando è uscito il suo primo giallo con protagonista Leo Malinverno “L’inganno dell’ippocastano”, libro che ha avuto molto successo e ricevuto il Premio Flaiano e il Premio Romiti, autore romano, giornalista, saggista, esperto di comunicazione televisiva e volto noto della Rai, persona sensibile e autore raffinato. E’ uscito da poco il suo secondo romanzo, sempre con Leo Malinverno protagonista, “Primo venne Caino” edito da Salani, questa la trama : durante un’estate torrida, il giornalista Leo Malinverno è in vacanza con Eimì – la sua ragazza greca, di vent’anni più giovane – ma decide di tornare in una Roma che sembra non voler chiudere per ferie, quando riceve la telefonata dell’amico vicequestore Jacopo Guerci. Il secondo dei delitti compiuti con un preciso rituale,in cui alle vittime vengono asportati lembi di pelle tatuata, fa supporre agli inquirenti che possa trattarsi dell’azione di un temibile serial killer. Il Tatuatore,come presto viene battezzato, è spietato e sembra avere un progetto macabro, difficile da decodificare. Fra tanto sangue sparso, amici malati, scontri in redazione, complicazioni familiari e dubbi sentimentali, Malinverno inizia una sua inchiesta, parallela all’indagine dei carabinieri: e di pari passo allo sciogliersi del caso, accanto alla palese follia del Tatuatore scopre un’altra storia, non meno atroce. Una storia davvero intrigante e avvincente, così intervisto Mariano Sabatini proprio sul nuovo lavoro.

Come è nato questo secondo romanzo giallo con protagonista Leo Malinverno?

Dici giallo? L’editore sulla copertina ha scritto “thriller”… ma al di là delle classificazioni, sempre forzose e non del tutto corrispondenti al vero, questo mio secondo romanzo è nato come il precedente dal desiderio di costruire una storia appassionante. Stavolta, in più, c’era la voglia di rincontrare i lettori che, bontà loro, mi hanno dimostrato grande affetto e attenzione per “L’inganno dell’ippocastano”.

La trama  ha richiesto sicuramente una ricerca, come ti sei documentato per esempio sui tatuaggi ?

Per la parte sui tatuaggi ho detto tanti libri di antropologia e sociologia. Per quella sui serial killer, testi di profiler, soprattutto John Douglas.

Leo Malinverno rispetto al primo romanzo “L’inganno dell’ippocastano” in questo è più riflessivo, più sensibile, a volte anche più sentimentale, lo vuoi far diventare meno donnaiolo di quanto apparisse prima?

No, no, rimarrà molto interessato alle donne, perché quello è il suo nucleo… Certo però in questo romanzo gli ho procurato tali handicap che deve per forza misurarsi con risorse che tutti noi crediamo di non avere e che invece ci sono, nascoste in qualche parte del nostro animo. Non lo definirei un sentimentale, è un uomo sensibile, anche se a volte cerca di rifuggire le emozioni.

Nel tuo romanzo Malinverno cucina da Dio, ascolta buona musica, legge libri classici, è quello che fa Mariano Sabatini ?

Lo dico sempre, Malinverno c’est moi. L’ho creato a mia immagine e dissomiglianza, a volte lui prende da me, altre sono io che attraverso lui riesco a contattare parti di me sconosciute. È un bel gioco psicologico.

La trama di Primo venne Caino l’avevi in mente prima di scrivere ?

Prima di mettermi a scrivere più che la trama ho in testa i personaggi, lavorando sulle loro biografie, mi riesce poi d’intrecciare la trama. DI solito quando mi metto al pc non ho in testa l’intero andamento della storia e mi faccio guidare dalle svolte anche inaspettate che prende.

Roma fa da sfondo anche questa volta ad una trama avvincente, però non c’è solo la bellezza della Capitale, anche i problemi, hai voluto descriverla nel bene e nel male?

Io descrivo la mia Roma, quella che conosco o che mi fa arrabbiae, perché solo ciò che ci riguarda intimamente ci muove certe emozioni. Ma non ho la pretesa di essere esaustivo.

Nel tuo romanzo è citata anche una scrittrice, una donna straordinaria, un vero personaggio come Elda Lanza, è un omaggio alla vostra amicizia?

A lei devo la spinta di mettermi a scrivere narrativa, starle accanto nel suo lavoro mi ha fatto comprendere che poteva diventare anche il mio. Le sono grato e le voglio molto bene.

So che è una domanda scontata, ma qualcuno deve pur farla, cosa ti aspetti da “Primo venne Caino “?

Che sia molto venduto, molto letto, molto amato. Non necessariamente in quest’ordine. Mi aspetto che le persone ci ritornino con il pensiero, che abbiano nostalgia di Malinverno, fino alla prossima storia.

Malinverno può diventare protagonista di un film? Sarebbe fantastico e so che sono di parte, ma lo penso davvero.

Grazie, tutto può succedere e io ho individuato in Luca Argentero il suo ideale interprete. Lui ha letto i romanzi, li ha molto apprezzati e si è detto pronto. Qualcosa si muove, persino un grande regista si è incuriosito. Mi sembrano tutti segnali positivi.

Definisci il tuo romanzo con tre parole

Ferocia e morbosità del serial killer. Impegno di Malinverno nel capire chi è.

Grazie a Mariano Sabatini per l’intervista, Leo Malinverno vi piacerà, ha tutte le carte in regola per entrare nell’Olimpo dei protagonisti del giallo italiano. Roberta Maiolini