I Metallica a Milano regalano una pioggia di emozioni/LiveReport

Un diluvio. Di acqua e di potenza sonora.

Si potrebbe riassumere così la tappa italiana del “WorldWired Tour” che ha visto i Metallica esibirsi all’Ippodromo di San Siro a Milano.

Eh si perché se da una parte i quattro cavalieri hanno dimostrato ancora una volta la propria classe e maestria, dall’altra a danneggiarli ci ha pensato un impianto acustico non propriamente settato per le sonorità della band e che, soprattutto all’inizio, ha penalizzato i virtuosismi di James Hetfield e soci.

Ad aprire l’evento ci hanno pensato i norvegesi Bokassa con una performance che ha spaziato tra picchi di punk e curve di stoner di tutto rispetto.

Cambio palco ed ecco salire sullo stage gli attesi Ghost. Il gruppo, sempre più numeroso c’è da dirlo, è capitanato egregiamente dal nuovo leader il Cardinal Copia, dietro il quale si cela da sempre Tobias Forge, apre la propria setlist con “Rats” tratta dall’ultimo album “Prequel“, proponendo poi alcuni grandi successi come “From The Pinnacle To The Pit”, “Cirice”, proseguendo con l’altro nuovo singolo “Dance Macabre” e chiudendo la loro esibizione con “Square Hammer”, confermando ancora una volta quanto di positivo si dice sul loro conto.

Intanto la pioggia, caduta abbondante sul capoluogo lombardo, sembra dar tregua al pubblico presente trasformando comunque l’impianto in un’enorme pozzanghera.

Sulle note di “The Ecstasy Of Gold” del Maestro Ennio Morricone, salgono finalmente sul palco i Metallica che attaccano subito con l’indiavolata “Hardwired”.

Nonostante i chiari problemi all’impianto che fanno storcere il naso ai presenti, la band continua il suo viaggio tra nuovi brani e vecchi cavalli di battaglia come “Sad But True” e “One, mentre sull’ippodromo si abbatte un violento acquazzone. La pioggia non spaventa la band ma anzi sembra rigenerarla e James Hetfield – come sempre un animale da palcoscenico – ritrova la propria verve inanellando rabbiosi assol, picchi vocali e discorsi con il pubblico che chiama amabilmente “The Metallica Family“, lasciando poi spazio a Robert Trujillo che inizia la sua parte di assolo di basso ricordando il compianto Cliff Burton con le immagini dell’ex componente scorrono sul gigantesco maxischermo alle sue spalle.

C’è anche il tempo per omaggiare i nostrani Litfiba ed ecco che lo stesso Trujillo, accompagnato da Kirk Hammet, intona – in un italiano niente male – “El Diablo”.

La pioggia continua a cadere copiosa e ci si avvia verso la fine dello show tra luci al laser e torri di fiamme, tutto ad accompagnare il bis della band che intona le intramontabili “Nothing Else Matters” e “Enter Sandman”, con la telecamera che inquadra il plettro personalizzato di Hetfield che riporta la data del 8 maggio da un lato e la bandiera italiana stilizzata con la scritta “Metallica” dall’altra, sugellando ancor di più il legame tra la band e il pubblico italiano.

Si accendono le luci e i presenti, in un lento e fangoso ritorno verso casa, poteranno negli occhi un’altra grande serata che i Metallica hanno regalato.

Come fanno ogni volta, da ben 38 anni.

Foto di Raffaele Arcamone