#MotoGPReport: le pagelle del Gran Premio della Repubblica Ceca

Una gara contraddistinta da un inevitabile attendismo per almeno i 2/3 della sua durata a causa di coperture che non volevano proprio saperne di durare. La bagarre finale, tuttavia, vale decisamente il prezzo del biglietto e la doppietta Ducati con trionfo di Dovizioso fa saltare sul divano tutti gli appassionati del Bel Paese.

 

DOVIZIOSO: 10. Torna al trionfo dopo 8 gare ed un paio di batoste che avrebbero piegato moltissimi ma non lui, che dimostra di essere un vero campione. Conduce la gara dall’inizio alla fine, gestendo e poi riuscendo brillantemente a rintuzzare tutti gli arrembaggi portati da Lorenzo e Marquez nel finale. Il Mondiale è quasi un’utopia ma questo successo ha un peso specifico dal punto di vista emotivo davvero importante.

 

LORENZO: 9. In partenza non riesce a schizzare via dalla griglia come una palla di fucile e questo gli complica i piani. A metà gara viene risucchiato in quinta piazza e sembra doversi accontentare di una domenica anonima ma, proprio in quel momento, suona la carica e si produce in una rimonta furiosa che culmina con l’attacco a Dovizioso che però lo respinge con perdite. Resta ottima la sua performance.

 

MARQUEZ: 8. Gli mancava un decimo in qualifica e lo stesso decimo gli è mancato in gara. Come lui stesso dichiara nelle interviste del parco chiuso, spingere di più avrebbe comportato un inutile rischio di caduta e, nonostante ciò, si è riuscito a giocare la vittoria fino ad un paio di giri dalla bandiera a scacchi. Sempre più leader nella classifica generale, riesce anche a fare ottimamente il “ragioniere” se serve.

 

ROSSI: 7. La Yamaha non vuole scrollarsi di dosso il super veterano e nemmeno potrebbe, per giunta, visto che, al solito, si dimostra l’unico nella casa del doppio diapason capace di riportare a casa un tozzo di pane. Passi avanti questa M-1 ne ha fatti ma il punto di forza della moto nipponica resta sempre lui che, proprio all’ultimo, conquista la medaglia di legno scavalcando il coriaceo Crutchlow.

 

CRUTCHLOW: 6,5. Il migliore tra i team clienti, non che sia un dato sorprendente. Per un tratto di gara pareva anche in grado di giocarsi il podio ma poi, nel finale, non ha avuto il colpo di reni necessario e si è fatto infilare anche da Valentino.

 

PETRUCCI: 6. Gara sufficiente ma nulla di più. Parte bene ma resta imbottigliato alla staccata ed è costretto a chiudere il gas troncando sul nascere il suo progetto di risalita del gruppo. Apprezzabile la gestione dei pneumatici che gli permette di prendersi il sesto posto finale con alcuni sorpassi d’autore.

 

IANNONE: 5. Era lecito aspettarsi di più dopo le simulazioni di gara che lo hanno visto segnare un passo equiparabile a quello dei magnifici 4 che hanno spadroneggiato a Brno. Qualcosa è andato storto, forse proprio quel qualcosa che non ha mai consentito alla sua avventura in Suzuki di decollare.

 

VINALES: 4. Potrebbe essere ingeneroso valutarlo con all’attivo meno di un giro in gara, complice una caduta che lo ha estromesso dalla battaglia prima che cominciasse ma, va detto, il suo weekend è stato mediocre e la scelta di montare le soft al via dettata dalla volontà di sparigliare le carte più che da una reale consapevolezza di poter costruire un qualcosa di significativo. Va a singhiozzi e per molti tratti arranca. Annata davvero deludente sinora.

 

Antonio Rico