#MotoGPReport: Marquez impeccabile, brilla Petrucci. Dovi, che combini?

A Le Mans non c’è davvero stata storia col terzo successo di fila per MM93 che veleggia ormai in solitaria nel Mondiale. Nella giornata della prima colpevole stecca di Dovizioso da due anni a questa parte, resta l’acuto di Petrucci, finalmente tornato sui livelli del Qatar. Naufragio Viñales.

MARQUEZ: 10. Non stupiscono più i suoi trick, non sorprende più la sua capacità di tirare fuori il 101% dalla RC 213V. Stupisce la sua totale maturazione, un’atarassia agonistica che lo rende immune ad errori, capace di gestire ogni singola fase della gara alla perfezione. Continuasse questo stato di grazia, sarebbe pressoché inarrestabile il suo cammino verso l’iride.

PETRUCCI: 8,5. È tornato, stavolta per davvero. C’è voluto un reset nel setting della Desmosedici, riportato alle origini, scevro da quei compromessi volti alla preservazione delle gomme che lo avevano costretto ad edulcorare il suo stile di guida arrembante. Le cadute di Dovizioso e Zarco hanno certamente favorito il compito ma questo secondo posto sa di pagina voltata.

ROSSI: 7. Un podio cha fa morale colto con un raro pizzico di fortuna. Aveva detto di sentirsi abbastanza a posto ed infatti la gara è stata senza sbavature e con un buon ritmo. Anche a detta del Dottore, questo, allo stato, è il massimo potenziale esprimibile da una Yamaha che soltanto l’anno scorso dominò in Francia. La strada verso la piena competitività è lunghissima ma il nove volte campione del Mondo non lesinerà impegno, come sempre ha fatto.

LORENZO: 5. Archiviato l’apprendistato di inizio avventura, ogni gara del maiorchino in sella alla Ducati sembra un dejà vù: partenza al fulmicotone, qualche giro in testa e lenta ma inesorabile discesa nelle retrovie a seguire. Stavolta nessuna incomprensione e nessun patatrac ma da uno col suo palmarès (e ingaggio…) è doveroso aspettarsi di più. Il tempo, tuttavia, potrebbe essere già scaduto.

DOVIZIOSO: 4. Nessuna croce da buttargli addosso. Un errore, grave che sia, lo commettono tutti prima o poi. È toccato a lui stavolta. Fa male perché arrivato a rinnovo appena siglato e nel momento in cui aveva preso la testa del gruppo, apparendo in totale fiducia dopo una rimonta di posizioni nei primi giri. Invece, in un attimo, una curva presa leggermente fuori traiettoria lo ha catapultato a terra costringendolo al secondo “zero” consecutivo. Con un Marquez così, altri passi falsi non saranno possibili; bene rendersene conto.

VIÑALES: 4. Smarrito, abulico, inconsistente. Chiude settimo soltanto “grazie” alle tre cadute davanti a lui, si becca 20’’ dal compagno di squadra confermando il totale stato confusionale in cui è piombato già dai test pre stagionali. Ha un talento cristallino, un polso raro ma così rischia di perdersi per davvero.