Perchè quando si è depressi ci si sente meglio dopo aver ascoltato musica triste

Secondo uno studio americano, le persone depresse ascoltano musica triste perché le fa sentire meglio: questa scoperta potrebbe portare grandi cambiamenti nelle terapie che utlizzano la musica.

La prima parte di questo studio ha cercato di ripetere i risultati di uno studio del 2015, che mostrava che le persone depresse preferivano ascoltare la musica triste. I ricercatori della University of South Florida hanno chiesto a 76 studentesse (a metà delle quali è stata diagnosticata una forte depressione) di ascoltare varie clip di musica classica. La musica “felice” includeva l’allegro “Infernal Gallop” di Jacques Offenbach e la musica “triste” includeva “Adagio for Strings” di Samuel Barber, che è quasi universalmente considerato uno dei motivi più deprimenti di sempre. Gli scienziati hanno scoperto che, come nello studio del 2015, i partecipanti con depressione hanno indicato che hanno preferito ascoltare musica triste piuttosto che musica felice.

In seguito, i ricercatori hanno fatto ascoltare ai partecipanti nuove clip di musica strumentale felice e triste, e hanno chiesto loro di descrivere le loro emozioni dopo l’ascolto. Di nuovo, i partecipanti depressi hanno preferito la musica triste, dichiarando che li faceva sentire più felici.

“Molte persone hanno cambiato completamente l’umore dopo l’ascolto di queste tracce, è sorprendente” , ha dichiarato il co-autore dello studio Jonathan Rottenberg al WUSF News.

Ovviamente non si ha ancora l’assoluta certezza di questa cosa, visto che questo studio è stato effettuato su un ristretto campione di persone e di un determinato ceto sociale, ma ha dimostrato come la musica triste abbia un effetto calmante e rilassante per i soggetti che soffrono di depressione.

Questi risultati si vanno ad aggiungere a quelli ottenuti da un altro studio effettuato nel 2007, dove veniva evidenziato come l’ascolto di musica triste tenda a richiamare ricordi riguardanti amori perduti, o mancati. Questi ricordi generano nostalgia, considerata come “un’emozione agrodolce”, cioè la felicità legata all’esperienza, ma che contiene anche elementi emotivi negativi. In modo interessante, gli autori hanno dimostrato che le persone spesso diventano nostalgiche al fine di migliorare il proprio umore.

E’ stata anche evidenziata come la preferenza verso l’ascolto di musica triste si verifica durante l’esperienza di un umore negativo, mentre la scelta di ascoltare una musica più felice si manifesta poco dopo aver vissuto un’esperienza positiva, al fine di migliorare il proprio stato d’animo. Questi risultati spiegherebbero perché le persone ascoltano una musica triste quando sono tristi, appunto per “risolvere” il loro stato emotivo e, come ulteriore prova a favore di tale teoria, le persone riferiscono di sentirsi meglio dopo l’ascolto.

Questa scoperta potrebbe portare grandi innovazioni in molti campi, soprattutto nella musicoterapia. In questa branca della psicologia, musicoterapeuti addestrati incorporano la musica nelle loro interazioni con i pazienti cantando, ascoltando musica o suonando insieme. È una pratica molto utilizzata per molti scopi per esempio per trattare autismo infantile, morbo di Alzheimer, disabilità motorie e disturbi dell’umore. L’ introduzione di musica triste assocciata all’utilizzo di altri strumenti ( chitarra e batteria stanno producendo ottimi riscontri) potrebbe davvero svolgere un ruolo chiave nella lotta alla depressione.