The Dirt, la vita dei Mötley Crüe approda su Netflix. Rocker di tutto il mondo incollati allo schermo

Nessuno credeva che uno scappato di casa, un batterista ragazzino, un vecchio e un cantante di una cover band ce l’avrebbero potuta fare. Ma eccoci qui, siamo i Mötley Crüe”.

Descrivere “The Dirt” il biopic su una delle band più folli, pazze e sbagliate del mondo del rock è molto difficile, soprattutto quando c’è molto da dire senza risultare banali. Diretti da Jeff Tremaine (già autore dei film su “Jackass”) la pellicola prodotta da Netflix è diretta come un pugno nello stomaco.

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Per intenderci, in una delle prime scene dove la voce fuori campo di Douglas Booth che interpreta Nikki Sixx ammette che “abitavamo vicino al Whiskey a Go Go, dove tutta la gente il sabato sera si riuniva per i concerti e poi veniva a fare festa da noi. La polizia aveva buttato giù la porta tante di quelle volte che abbiamo dovuto inchiodarla e le persone entravano dalla finestra” si apre con un squirt femminile. Si, avete capito bene, proprio uno squirt.

Se avevate intenzione di gustarvi un film adatto a tutti beh, bypassate e proseguite oltre.

La storia della nascita e della vita della band composta da Vince Neil, Nikki Sixx, Mick Mars e Tommy Lee è quanto di più disturbante e maledettamente vera che ci possa essere. D’altro canto già la loro autobiografia “The Dirt: Confessioni della band più oltraggiosa del rock” non lasciava molto spazio all’immaginazione e qualcuno, venendo a conoscenza dei progetti dei Crüe avrà storto il naso pensando alle varie censure che ci sarebbero potute essere.

Niente di più lontano dalla realtà. Perché se in “Bohemian Rhapsody” abbiamo intravisto qualcosa della vita di Freddie Mercury e i Queen, qui dietro ogni porta che si apre si entra nella coscienza dei bad boys della Sunset Boulevard e quelle porte conducono alla perdizione fatta di ogni tipo di eccesso: donne, alcol e droga.

I Mötley Crüe (Vince Neil, Nikki Sixx, Tommy Lee e Mick Mars) e la loro controparte cinematografica (Daniel Webber, Douglas Both, Machine Gun Kelly e Iwan Rehon)
Douglas Both (Nikki Sixx), Machine Gun Kelly (Tommy Lee) Daniel Webber (Vince Neil) e Iwan Rehon (Mick Mars) si calano alla perfezione nei panni dei quattro cavalieri dell’hard rock, ognuno con le proprie peculiarità.

“The Dirt” è una confessione a cuore aperto della band, che ammette di non essere perfetta e che ognuno di loro ha dei demoni con cui dover fare i conti. Nikki Sixx cambia legalmente nome dopo aver mandato in prigione sua madre ed aver fallito un tentativo di riavvicinamento con il suo padre biologico, scoprendo più avanti il mondo dell’eroina (da uno di questi episodi nascerà lo spunto per “Kickstart My Heart”).

Tommy Lee è un ragazzo di buona famiglia con la passione per il rock che incontra casualmente Sixx e si fa coinvolgere nella nascita del suo gruppo, Mick Mars è il più anziano di loro e comprende di non poter perdere tempo a causa di una malattia degenerativa che lo potrebbe portare alla paralisi in breve tempo mentre Vince Neil sa di poter essere molto di più che un cantante di una cover band e di volere molto di più alla sua vita, già fatta di droga ed eccessi.

I quattro si trovano, si annusano, si studiano e, come si percepisce lungo tutta la pellicola, formano la loro famiglia, quel posto dove nessuno può prendersi gioco di loro. Volevano dare qualcosa che non esisteva, prendersi il loro posto nella storia e regalare ai propri fan uno spettacolo fatto di fuoco, fiamme e sudore (anche se il loro primo live si aprì con una sonora scazzottata).

Si dice che ogni uomo, per poter riemergere dal baratro, debba toccare il fondo del barile e questo accade anche a chi ritiene di essere intoccabile: Nikki Sixx, ormai assuefatto dall’ago in vena torna in vita salvo rifarsi ancora una volta, Vince Neil fa i conti con la separazione dalla moglie e la morte della sua piccola figlia Skylar a causa di un cancro nonché della morte da lui stesso provocata con un incidente stradale di Nick “Razzle” Dingley (batterista degli Hanoi Rocks), Tommy Lee si vede lasciato da Heater Locklear a causa della sua ennesima scappatella mentre Mick Mars tenta di ritardare la sua malattia con degli antidolorifici.

In ogni famiglia che si rispetti non mancano le frizioni e anche i Crüe non sono esenti da questo (Tommy Lee che se la prende con Nikki Sixx per essersi presentato fatto di eroina al suo matrimonio del quale era testimone e la tensione per il prolungamento dei concerti dopo la riabilitazione dalle droghe effettuata dal gruppo sono solo alcuni esempi).

Tony Cavalero indossa i panni di Ozzy Osbourne con le sue formiche

Non mancano riferimenti anche ad altri incontri con artisti che hanno incrociato le loro strade con i Mötley Crüe, come David Lee Roth (interpretato da Christian Gehring) o quello più impressionante con Tony Cavalero  che veste i panni del padrino dell’heavy metal Ozzy Osbourne (la scena della sniffata delle formiche e della lingua sull’urina è da stomaci forti).

Non saranno stati perfetti, non saranno stati dei santi ma diavolo il rock ha bisogno di figure del genere. Basti pensare alle parole del loro manager dell’epoca Doc McGhee (interpretato da David Costabile): “Sono stato il manager di Scorpion, Bon Jovi, Skid Row, Kiss ma nessuno mi ha mai fatto passare tanti guai quanto i Mötley Crüe”.

Motley Crue - The Dirt
“The Dirt” va visto, va vissuto. Ti prende e ti catapulta in un mondo che non avresti mai immaginato. Duro, cinico, spietato e anticonvenzionale.

Unica pecca, se proprio vogliamo trovarne una, è stato il poco tempo dedicato a John Corabi (Anthony Vincent Vaibiro), cantante che sostituì Vince Neil per un breve lasso di tempo e la durata totale della pellicola (meno di due ore per raccontare la storia ultradecennale della band).

Quando Tommy si siede dietro la batteria, Vince inizia a cantare e Mick attacca la sua chitarra c’è una scossa che ci prende tutte le volte. Questa è la nostra forza”. Mettetevi comodi, accendete la tv e lasciatevi trasportare nel tumultuoso mondo dei Mötley “fucking” Crüe.

Simone Maurovich