VI Nazioni, Sperandio: con l’Inghilterra serve impatto fisico e cinismo. La Benetton adesso la rispettano tutti

In ottica Benetton Treviso è decisamente positiva la stagione di Luca Sperandio, estremo di 1.88 per 90 chili, recentemente richiamato in nazionale da Conor O’Shea. La competizione nel ruolo di estremo è ai massimi storici (come qualcuno sostiene) e chissà, quindi, che non si possano aprire le prospettive di un altro ruolo come capitato anche per Edoardo Padovani. Ma prima di tutto c’è la sfida con l’Inghilterra il cui risultato, almeno sulla carta, sembra già scontato..

E’ possibile sorprendere questa Inghilterra? Se si, in che modo?

Sulla carta è una corazzata che non lascia spazio agli avversari. Dovremo, come ci siamo detti in questa settimana, lavorare sui dettagli: passaggi, calci, placcaggi. Tutto fatto al 100% senza sbavature, altrimenti pagheremo caro ogni singolo errore. Direi che no, non abbiamo studiato un piano preciso, se non quelli di essere lineari e diretti nel giocare fisicamente e sperare di avere occasioni da sfruttare per segnare punti. Ma abbiamo davanti una squadra in grandissima forma, tra le più forti al mondo.

Il match con l’Irlanda ha tracciato una strada che può essere seguita anche nelle ultime due partite del torneo?

Si, è stata una partita molto positiva per il gruppo, anche per ritrovare fiducia nei nostri mezzi e per il morale. Abbiamo fatto vedere che possiamo giocare a questi livelli e dobbiamo mantenere il profilo per giocare alla stessa maniera con l’Inghilterra. Dovremo tirare su una difesa solida che non lasci spazio. In attacco dovremo essere più cinici e finalizzare tutto ciò che potremo.

Cosa chiede O’Shea al tuo modo di giocare?

E’ contento di come gioco in attacco, soprattutto di come salto l’uomo e della qualità che riesco a portare in fase offensiva. In difesa, invece, è diverso, mi chiede di essere più fisico e concreto, oltre che lavorare molto nei placcaggi.

Nel ruolo di estremo la competizione è elevata. Credi che il tuo inserimento nel VX possa avvenire anche in altri ruoli nella linea dei trequarti?

Si, come utility back è più difficile, però. Perché, come dici tu, la competizione è davvero elevata. C’è da lavorare tanto, questo indubbiamente si. Sono ancora giovane e la strada per migliorare c’è. Ogni giorno faccio il massimo per dare il mio contributo e devo progredire ovunque sia possibile. E’ il mio obiettivo.

Come giudichi la tua stagione fino a questo momento?

Molto positiva, considerando che è anche tra le più prolifiche in assoluto. Rispetto alle precedenti due sono più confidente nei miei mezzi. Da qui devo gettare le basi per lanciarmi, sia in nazionale che nel club. Fin’ora ho realizzato una decina di mete e questo testimonia il percorso di crescita che ho portato avanti.

Se ti capitasse l’opportunità di giocare all’estero la prenderesti al volo oppure rimarresti a Treviso per consolidare la tua posizione e affermarti ancora di più?

Essendo di Treviso mi sento a casa, nel vero senso della parola. Quindi, magari, mi piacerebbe affermarmi di più, sia a livello di club che di nazionale. Giocare all’estero sarebbe una grande opportunità che terrei sicuramente in considerazione perché il percorso che ti porta a migliorarti passa anche attraverso un’ipotetica uscita dai confini nazionali. Pensiamo a quanto le franchigie possano dare, la Benetton non è più sottovalutata o presa in scarsa considerazione. Le franchigie servivano a questo e non stanno deludendo le aspettative.