Quel folle di Paul McCartney: quando il Sir perde la sua classe e ne combina di tutti i colori.

Grande sorpresa per tutti i fan del rock: Paul McCartney, lo storico bassista dei Fab Four, ha dato spettacolo alla stazione centrale di New York venerdì sera, lasciando a bocca aperta i pendolari della Grande Mela. Due ore di grandi classici ed estratti dal nuovo album “Egypt Station” che a breve lo porterà a intraprendere un tour mondiale. Una stravaganza a cui il Sir ci ha abituati, dopotutto ha riempito svariate pagine di giornali con la sua particolarità, così come sono particolari le leggende che ruotano intorno alla sua figura.

C’è, addirittura, chi pensa che sia deceduto da anni, esattamente dal lontano settembre del 1966, una vera e propria credenza molto diffusa e citata con l’acronimo PID (Paul Is Dead). Tra le curiosità troviamo un suo racconto in cui svela di essersi trovato a casa di John Lennon assieme ad altri tre ragazzi, ognuno seduto sulla sua poltrona, al buio. Qualcuno ha cominciato a masturbarsi, così l’hanno fatto tutti, e assieme urlavano nomi di sex symbol, è stato “qualcosa del tipo ‘Brigitte Bardot, wow!’, poi qualcuno rovinò tutto, urlando ‘Winston Churchill!’. Credo sia stato John”.

Tra i ricordi di cui forse non andrebbe fiero possiamo trovare le sue svariate esperienze con il vasto mondo delle droghe, nel quale ha provato persino gli acidi e la DMT. È proprio sotto effetto di quest’ultima che racconta di come abbia visto l’Onnipotente: “Ed io ho visto Dio, questa incredibile cosa torreggiante, e sono rimasto toccato,era enorme, come un muro enorme di cui non riuscivo a vedere la cima, ed io ero in fondo…Abbiamo avuto la sensazione di avere visto una cosa più grande di noi”.

Ma di ancor più strabiliante degli aneddoti del passato abbiamo gli svariati record che detiene, tra cui il vanto di aver prodotto la canzone più popolare del mondo,Yesterday, o di essere il cantante più ricco al mondo, a dettadella rivista di economia Frobes.

O primati riguardanti i suoi concerti come il pubblico da stadio più numeroso della storia quando 184.000 persone hanno pagato il biglietto per vederlo suonare allo Stadio Maracanã a Rio De Janeiro nell’aprile 1990; o la vendita di biglietti più veloce della storia avvenuta tre anni dopo, quando 20.000 ingressi per due show a Sydney sono stati venduti in otto minuti.

E nemmeno ora è sazio di tutti questi successi, e all’età di 76 anni continua a pubblicare dischi e portare la sua musica nuovamente in giro per il globo, sempre pieno di energia e voglia di fare rock and roll. In Ever present past cantava “I hope it’s never too late” e noi siamo sicuri che non lo è, non è troppo tardi, non per fare ciò che si ama.

Sandro Erba